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Arduino Suzzi (erudito solitario ed assorto, ad oggi pressoché sconosciuto), vissuto a cavallo fra Seicento e Settecento in una sorta di nobile romitaggio, si colloca idealmente fra le due epoche, assommando in sé dell'una l'erudizione minuta, labirintica e a volte capziosa, l'ostinato e cerebrale sguardo allegorico, la tensione spirituale, della seconda la ricerca dell'originario, del puro, dell'essenziale, delle radici universali e perenni, e insieme una vaga inquietudine preromantica e una vivida e potente facoltà mitopoietica, che quasi lo avvicinano a Vico. Questa pur essenziale antologia vorrebbe scuotere il velo di oblio che la censura ecclesiastica fece cadere sulla sua figura e sulla sua opera e che continua tuttora ad avvolgere ed occultare la sua potenzialmente fertile eredità intellettuale.
La ricostruzione del rapporto dei Borbone di Napoli con gli intellettuali nel decennio 1789-1799 permette di leggere un progressivo sfilacciamento e, dopo la congiura del 1794, una sempre maggiore opposizione. Uno degli esempi più rilevanti è Nicola Fiorentino, difficilmente etichettabile nella categoria di ¿illuministä, alquanto generica, che studi molto datati si ostinano a cucirgli addosso, senza affrontare uno studio complessivo della persona, dell¿ambiente e degli elementi di cultura politica che lo contraddistinsero. La sua parabola di vita e pensiero, in effetti, va contestualizzata nel periodo in cui si verificò la confluenza tra l¿Illuminismo e la tradizione classica e repubblicana che, tramite nuclei di solida cultura politico-scientifica, stimolavano il dibattito sui nuovi compiti del governo. Si trattò di un passaggio da una cultura legata al progettare ad una basata sull¿agire, che nei simboli e nei concetti di derivazione classica ritrovava un modello fattuale di rinnovamento totale. Il tutto sotto l¿egida della ¿filosofia in soccorso de¿ governi¿ di Genovesi e Filangieri.
Queste ricerche documentano l'attività dell'Inquisizione fiorentina in un quadriennio cruciale (1549-1552) per la lotta al dissenso religioso in Italia. A Firenze l'Inquisizione colpisce esternazioni pubbliche e comportamenti stravaganti di personaggi marginali, culturalmente insignificanti, senza un progetto e una organizzazione, latori di concetti confusi, di provenienza disparata, e comunque senza alcun radicamento nella società. Con il tempo aumenta la pressione dell'Inquisizione romana per una azione più incisiva e capillare ma ad essa resiste, senza eccedere, un Cosimo de Medici poco propenso a limitare la sua autonomia, fino a che la congiura anabattista ingigantita da Roma non lo costringe a ridimensionare le sue prerogative istituzionali, a scaricare l'Inquisizione fiorentina e a chiudere una stagione eterodossa approssimativa con un processo che portò alla condanna di un limitato numero di persone, la maggior parte di fatto scarcerate nel giro di sei mesi/un anno nonostante accuse e pene esorbitanti.
L'Inquisizione romana o Sant'Uffizio dell'Inquisizione fu la rete di tribunali che a partire dalla riorganizzazione decretata con la bolla "Licet ab initio" (21 luglio 1542) di Paolo III si occupò della repressione delle eresie e del controllo dell'ortodossia con competenza, principalmente, sui territori degli Stati dell'Italia centro-settentrionale. In questo volume, corredato da una prefazione di Herman H. Schwedt e da una introduzione storica di Daniele Santarelli, si forniscono le cronotassi degli Inquisitori delle sedi locali dell'Inquisizione romana in età moderna (a partire dal 1500 ca., mentre l'età napoleonica costituisce il "terminus ad quem"). L'intento è di offrire al pubblico uno strumento agile e di facile consultazione, che si affianchi alle schede già presenti online nel "Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo", ospitato sul sito internet Ereticopedia (www.ereticopedia.org). Questo strumento si presta ad un duplice uso: se consultato in forma digitale e online, si integra con le pagine del sito Ereticopedia, che di fatto fungono da sua "espansione", in continuo sviluppo ed aggiornamento, peraltro; se consultato in forma cartacea, svolge la funzione di pratico repertorio ad uso di studiosi ed appassionati, che, pur offline, possono comunque "navigare" tra le sedi inquisitoriali alla ricerca di preziose informazioni storiche.
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