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Immaginate una Sicilia calda, afosa, il sole riflette sulle pietre bianche, la brezza sale dalle coste, radente il terreno, si incanala nei vicoli stretti e acuti. Le case alte dalle finestre piccole, rettangolari, guardano le une alle altre. Lenzuola di un bianco candido, scolorite dalla luce intensa, svolazzano lievi, stese a evaporare. In questa terra ricca, colta, addossata alle coste e rada nell¿entroterra, brulla e sconfinata per kilometri di cespugli bassi, vive, respira e pensa il nostro autore, un giovane vero, che vive tra i giovani, osserva e immagina. Beaudelaire e Bukowski i suoi dei, anfitrioni i compagni di Università, il circolo degli amici, i ragazzi che alle panchine spippettano, avvolti in coltri di fumo. Guerrieri di un tempo nuovo, amanti della parola e del suono che essa produce. La via dei Mandarini è la ricerca del suono che le parole producono insieme, il suono dello sciabordio dell¿acqua salata del Mediterraneo sugli scogli, di Scilla e Cariddi, delle Vespe che ronzando a un cilindro si inerpicano per le strade strette, fino alle chiese bianche, lucenti di Dio o del sole del Mezzogiorno.
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