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Nell'attuale mondo della televisione italiana, con canali satellitari, digitali terrestri, tematici, on demand e via web, con un pubblico che è ormai abituato a seguire quello che vuole, quando, dove e come vuole, e in cui un programma televisivo che raccoglie quattro o cinque milioni di spettatori è un grandissimo successo, può sembrare difficile da credere che, solo qualche decennio fa, in una televisione ancora in bianco e nero e dotata di appena due canali, ci fossero trasmissioni che registravano ascolti tre o anche quattro volte superiori e che svuotavano le vie e le piazze, i locali notturni e i cinematografi nelle sere in cui andavano in onda. Le trasmissioni a cui mi riferisco nascevano dalla fervida mente di un signore di nazionalità inglese, il cui nome nel nostro paese è ricordato oggi quasi esclusivamente da persone dalla mezz'età in su, che in quelle sere si radunavano insieme ai genitori, ai nonni, fratelli e sorelle, cugini e zii, intorno all'apparecchio televisivo per seguire la nuova puntata di "La sciarpa", "Paura per Janet", "Melissa", e altri titoli che tra gli anni 60 e 70, tennero con il fiato sospeso per settimane milioni e milioni di spettatori. Il signore in questione si chiamava Francis Durbridge, e questo libro nasce per ricordare lui ed un modo di fare tv che ci appare ormai lontano.
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