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Nell'Amazzonia precolombiana gli antichi Indios erano in grado attraverso un metodo per noi sconosciuto di trasformare il sottobosco sterile della giungla in terra coltivabile. Questa terra scura, che si può trovare ancora oggi in certe zone archeologiche di quella regione, ha il potere d'auto rigenerarsi e di propagare continuamente la sua fertilità. Il suo nome é: Terra preta. Nel racconto la storia eccezionale di Maria e Josef, la storia del loro amore, si sviluppa parallelamente a quella ordinaria del narratore. Questi vive nella capitale francese e la sua più grande passione sembrerebbe essere solo quella di osservare la gente che viaggia sul metrò. Ma poco a poco la grande storia di Maria e Josef, consegnata alle loro lettere, saprà insinuarsi nella sua così banale e ordinaria, e ancora una volta potrà avverarsi quel mistero, ancora una volta potrà essere: Terra preta!
Questo libro è una ricerca sul senso dell'esistere, ma in senso più largo anche di tutto quanto esiste, di tutto quanto ha appunto un rapporto con il nostro esistere. Nel libro questa ricerca avviene attraverso un percorso che trae spunto dal fatto che ogni uomo possiede la possibilità di darsi la morte. La domanda iniziale perciò è: "perché non lo fa?" Se la domanda appare quasi banale, la risposta invece risulta alquanto complessa, forse ancor più della vita stessa. In fondo basta provarci ...
"La nostra indagine si propone di mostrare come in conseguenza di questa rappresentazione cosistica del processo di civilizzazione, le nuove forme di vita e le nuove creazioni a base economica e tecnica, che noi imputiamo al secolo trascorso, appartengano invece all'universo di una fantasmagoria." Walter Benjamin. Libro contenente 13 illustrazioni originali e uno scritto critico di Attilio Fortini
L'individuazione delle costanti che hanno storicamente legato la casualità all'arte è lo scopo della ricerca presentata in questo libro. Questa è avvenuta principalmente tramite l'analisi delle pratiche Dadaiste e in particolare dell'opera di Marcel Duchamp, la quale è stata messa in luce anche grazie alle prospettive offerte dall'ontologia heideggeriana, in particolar modo per ciò che concerne le possibilità dell'arte d'approssimarsi alla verità dell'essere.
Il libro che si rivolge all'italiano nuovo, nel duplice senso di lingua italiana e di cittadinanza, si compone di una serie di articoli, realizzati come fossero le voci di un dizionario raccogliente alcuni neologismi che non esistono però ancora nella lingua italiana effettivamente parlata. Questi neologismi sono perciò creati appositamente per offrire all'autore lo spunto di affrontare alcuni temi di attualità. Il libro dunque, nonostante possieda una struttura a dizionario, da qui anche il titolo che riecheggia i più famosi Zingarelli e Gabrielli, è in pratica una critica realizzata con humour della nostra cultura
Nell'epoca della rappresentazione tecnologica gli uomini si trovano ormai confrontati con un nuovo modo d'apparire; questo influisce sulla loro percezione individuale, sul loro modo d'essere, sul divenire coscienti di sé. Apparendo "moltiplicato" tecnologicamente l'uomo moltiplica il suo offrirsi agli altri, finendo per mostrare sempre più la sua immagine, la sua oggettività esteriore, a scapito del proprio autopercepirsi, dell'attenzione alla sua intimità. L'accentuarsi di questa nuova visione "obiettiva" degli individui, mette però in luce anche qualcosa che prima poteva ancora non apparire così chiaro, ossia il legame imprescindibile che ogni uomo possiede con gli altri uomini. L'evidenza di questo legame ha portato a far sì che, il successo personale, sia ormai divenuto uno dei principali criteri in cui l'individuo sente di realizzarsi socialmente.
Questo libro è una ricerca sul senso dell'esistere, ma in senso più largo anche di tutto quanto esiste, di tutto quanto ha appunto un rapporto con il nostro esistere. Nel libro questa ricerca avviene attraverso un percorso che trae spunto dal fatto che ogni uomo possiede la possibilità di darsi la morte. La domanda iniziale perciò è: "perché non lo fa?" Se la domanda appare quasi banale, la risposta invece risulta alquanto complessa, forse ancor più della vita stessa. In fondo basta provarci ...
Un cadavere è stato ritrovato nell'Adige, si tratta di Diego Pallanzi. Folle o geniale docente di filosofia, è stato ucciso. Due suoi ex allievi, un ispettore di polizia e sua sorella (perenne disoccupata), dovranno districare la matassa del crimine. Ma con la morte del professore non si è aperta per loro solo una questione di giustizia, bensì hanno ripreso forma interrogativi apparentemente assopiti: l'importanza della conoscenza, del vivere assieme agli altri, il desiderio impellente d'amare... L'indagine dei colpevoli si farà dunque indagine sul senso del vivere; un senso per alcuni versi già messo in luce, sia dalla creatività dei miti antichi, che dalla genialità dei filosofi, ma soprattutto dall'immaginazione e dall'intelligenza di persone che, come loro, sono in ricerca.
Nell'Amazzonia precolombiana gli antichi Indios erano in grado attraverso un metodo per noi sconosciuto di trasformare il sottobosco sterile della giungla in terra coltivabile. Questa terra scura, che si può trovare ancora oggi in certe zone archeologiche di quella regione, ha il potere d'auto rigenerarsi e di propagare continuamente la sua fertilità. Il suo nome è: Terra preta. Nel racconto la storia eccezionale di Maria e Josef, la storia del loro amore, si sviluppa parallelamente a quella ordinaria del narratore. Questi vive nella capitale francese e la sua più grande passione sembrerebbe essere solo quella di osservare la gente che viaggia sul metrò. Ma poco a poco la grande storia di Maria e Josef, consegnata alle loro lettere, saprà insinuarsi nella sua così banale e ordinaria, e ancora una volta potrà avverarsi quel mistero, ancora una volta potrà essere: Terra preta!
Il protagonista, voce narrante del racconto, incontra in modo casuale sulla riva di un lago Jud, un uomo piuttosto enigmatico ma che finirà per esercitare su di lui un'influenza positiva. Ad un certo punto, dopo che i due saranno divenuti amici, Jud sparirà, senza lasciare tracce. Il narratore si metterà alla sua ricerca, la quale diventerà però una sorta di viaggio iniziatico, permetten-dogli così di vedere il mondo con occhi nuovi.
Tra il 1901 e il 1902 Alfred Jarry pubblica diversi articoli sulla Revue Blanche, ispirati per lo più a fatti di cronaca del suo tempo. Una parte di quegli articoli, quelli qui raccolti, erano stati scelti da Jarry stesso per costituire un libro da lui mai realizzato e avente il medesimo titolo che qui si propone. L'lntento di Jarry era di mostrare come la Patafisica, da lui definita "scienza delle soluzioni immaginarie", fosse in grado di mettere in luce ciò che per una qualche strana abitudine,in effetti non lo sia
"La nostra indagine si propone di mostrare come in conseguenza di questa rappresentazione cosistica del processo di civilizzazione, le nuove forme di vita e le nuove creazioni a base economica e tecnica, che noi imputiamo al secolo trascorso, appartengano invece all'universo di una fantasmagoria." Walter Benjamin.
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