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Il fuoco di Sant¿Antonio è una malattia, certo! Ma quale? Per noi Italiani è sicuramente l¿Herpes zoster; ma è sempre stato così? Ebbene, no!Sant¿Antonio Abate aveva la fama di taumaturgo e guaritore già in vita; così, quando le sue spoglie arrivarono in Europa dopo l¿anno Mille, tutti coloro che soffrivano di malattie dolorose e urenti lo imploravano affinché li guarisse da quel ¿fuocö che li tormentava. Ma quali erano queste malattie così dolorose? Le antiche cronache sono spesso troppo succinte o romanzate per orientarci nella diagnosi ma erisipela, sifilide, ergotismo hanno fatto certamente buona compagnia allo zoster.L¿ergotismo soprattutto era terrorizzante perché compariva a ondate imprevedibili e, come la peste, colpiva i virtuosi come i viziosi, scardinando l¿interpretazione del dolore come conseguenza del peccato. Come se non bastasse, l¿ergotismo non solo provocava terribili sofferenze ma spesso anche stati di confusione mentale e di delirio sicuramente attribuibili al demonio. Bisogna aspettare l¿età dei Lumi per mandare in soffitta le superstizioni che infestavano la medicina e allora l¿ergotismo si rivela essere non più una maledizione ma solo una malattia, un effetto del consumo di pane nero alloiato. Lo studio degli allucinogeni e la scoperta dell¿LSD mettono la parola fine all¿interpretazione mistico-religiosa di alcune patologie e gettano inaspettatamente nuova luce su quello che fu il segreto meglio custodito dell¿Antichità: il culto dei Misteri Eleusini.In questo libro, la storia del fuoco di Sant¿Antonio si dipana dai racconti medioevali sino all¿odierna virologia e suggerisce che la curiosità e la scienza sono l¿unico antidoto contro la superstizione e il mistero.
L'esigenza di chiarire i concetti attuali dell'atopia, che per troppo tempo hanno oscillato tra una primitiva visione squisitamente clinica ed una successiva unicamente immunologica, era matura da tempo. L'avere compreso che il ruolo delle immunoglobuline E non è esaustivo ed avere accettato la salomonica divisione tra atopia intrinseca ed estrinseca, sono stati i primi due passi fondamentali. Le recenti scoperte del ruolo dell'immunità innata, e quindi dei peptidi antimicrobici, hanno aperto dei fondamentali spazi di comprensione nell'atopia e non solo. Quello che ora appare chiaro è che l'atopia non è la malattia di un organo ma piuttosto un difetto delle membrane che delimitano il nostro "self". Il fatto che queste membrane si chiamino pelle, intestino, congiuntiva, bronchi o quant'altro ha artificialmente frammentato la comprensione ed il trattamento di un fenomeno unitario. Questo libro vuole cercare di fare una sintesi delle diverse esperienze ma soprattutto essere uno stimoloa far sì che la medicina si focalizzi costruttivamente sullo stesso bersaglio. Se così sarà, non assisteremo più a"guerre di religione" tra scienziati e medici pratici o, peggio ancora, tra i differenti specialisti che si contendono il paziente. Se l'atopia, come noi crediamo, è un problema globale, esso può essere adeguatamente affrontato solo in un contesto pluridisciplinare e in clima collaborativo, non solo tra medico e medico ma anche tra medico e paziente.
Questo libro potrebbe intitolarsi: ¿Storia dell¿importanza dell¿aspetto e della sessualità in Italiä tanto questi due punti giocano un ruolo importante in questo contesto. Durante le ricerche dell¿autore, che voleva rappresentare succintamente il contributo degli Italiani nel mondo della Dermatologia e della Venereologia per fare giustizia di un vuoto immeritato e indegno, sono emerse, sempre più prepotentemente, delle storie quasi incredibili e hanno ripreso vita dei personaggi giganteschi che hanno obbligato a più di una riflessione. Quando la medicina incide sulla la vita privata, essa diventa strumento per capire i tratti caratterizzanti di una civiltà. Il fatto che la sifilide fosse chiamata dai Napoletani: ¿mal Francese¿ e dai Francesi: ¿mal Napolitain¿, e che quasi ogni nazione chiamasse questa malattia, per spregio, con il nome della nazione confinante, la dice più lunga di molti trattati di sociologia.I pregiudizi tuttavia non si fermano alle malattie e il semplice colore della pelle è stato storicamente usato come potente arma impropria al servizio delle più sciagurate ideologie. Alcune affermazioni, che oggi leggiamo con stupore ed ironia, sono state per troppo tempo considerate come ¿verità¿ scientifiche e, come tali, applicate nella prassi di tutti i giorni. Anche l¿importanza dell¿aspetto fisico (¿self body image¿) non è una moda di oggi come non sono una novità le pulsioni erotiche dell¿essere umano. Conoscere la storia della Dermatologia e della Venereologia in Italia può essere utile a capire come eravamo e a far divenire un pö più saggi e tolleranti i lettori di oggi.
Il fuoco di Sant¿Antonio è una malattia, certo! Ma quale? Per noi Italiani è sicuramente l¿Herpes zoster; ma è sempre stato così? Ebbene, no!Sant¿Antonio Abate aveva la fama di taumaturgo e guaritore già in vita; così, quando le sue spoglie arrivarono in Europa dopo l¿anno Mille, tutti coloro che soffrivano di malattie dolorose e urenti lo imploravano affinché li guarisse da quel ¿fuocö che li tormentava. Ma quali erano queste malattie così dolorose? Le antiche cronache sono spesso troppo succinte o romanzate per orientarci nella diagnosi ma erisipela, sifilide, ergotismo hanno fatto certamente buona compagnia allo zoster.L¿ergotismo soprattutto era terrorizzante perché compariva a ondate imprevedibili e, come la peste, colpiva i virtuosi come i viziosi, scardinando l¿interpretazione del dolore come conseguenza del peccato. Come se non bastasse, l¿ergotismo non solo provocava terribili sofferenze ma spesso anche stati di confusione mentale e di delirio sicuramente attribuibili al demonio. Bisogna aspettare l¿età dei Lumi per mandare in soffitta le superstizioni che infestavano la medicina e allora l¿ergotismo si rivela essere non più una maledizione ma solo una malattia, un effetto del consumo di pane nero alloiato. Lo studio degli allucinogeni e la scoperta dell¿LSD mettono la parola fine all¿interpretazione mistico-religiosa di alcune patologie e gettano inaspettatamente nuova luce su quello che fu il segreto meglio custodito dell¿Antichità: il culto dei Misteri Eleusini.In questo libro, la storia del fuoco di Sant¿Antonio si dipana dai racconti medioevali sino all¿odierna virologia e suggerisce che la curiosità e la scienza sono l¿unico antidoto contro la superstizione e il mistero.
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