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SULLA VITA, SUL FINE VITA, SULL'ESISTENZA------------------------------------------------------------------Di una delle sue letture di tanti anni prima ogni tanto ricordava quella in cui si parlava di un vecchio saggio orientale disperato e piangente a cui un amico aveva chiesto perché piangeva e lui aveva risposto che aveva sognato che i suoi figli erano morti tutti. L'amico gli aveva risposto consolandolo dicendogli che adesso era tutto finito perché si era svegliato e i suoi figli erano vivi e vegeti, ma il vecchio saggio rispose che lui non era sicuro che prima fosse un sogno e quella la realtà. Poteva essere il contrario, questa il sogno e quella che credeva di aver sognato, la realtà. A che serve essere saggi se non ti poni queste domande?
Il romanzo narra la storia della vita del signor Cristiano Nazareni a partire dal 1950, anno nel quale è nato. A volte descritta a brevi tratti pescati alla rinfusa nella vita quotidiana, a volte narrata con grandi approfondimenti, anche drammatici. Il tutto vissuto nell'atmosfera che va dal Secondo Dopoguerra ai giorni nostri. Si svolge prendendo come punti di riferimento i vari posti in cui il protagonista ha vissuto nel tempo: ogni paese dell'Italia o via di Genova in cui ha abitato diventa un approdo al quale ancorare i ricordi. Ci sono riferimenti a Roberto Vecchioni, che ha avuto modo di conoscere, a Fabrizio De André, per il quale ha tenuto dei concerti in memoria sua e degli chansonniers che lo hanno ispirato. Ci sono anche riferimenti e report di alcuni viaggi in moto che ha fatto, uno al monte Ararat, uno a Capo Nord. Si affacciano pure veri e propri incubi che si intersecano con la vita reale.
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