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In this second volume, we complete the history of self-propelled vehicles in force in the Italian army, both that of the Kingdom and that of the Italian Social Republic after 1943! After the great success of the 75/18 presented in the first volume, we then deal with its older brothers, namely the 75/34 already partly present in the first volume, its variant, the 75/46. Next, the famous "Bassotto" i.e., the self-propelled 105/25, perhaps the most powerful vehicle in the Italian arsenal, to conclude with two strange vehicles: the 90/53 with rear shielding, and the modern 149/40, a real tank-mounted gun, made only in one prototype.
In questo secondo volume, completiamo la storia della dotazione dei mezzi semoventi in forza all'esercito italiano, sia quello del Regno che quello della Repubblica Sociale Italiana dopo il 1943! Dopo il grande successo del 75/18 presentato nel primo volume, ci occupiamo quindi dei fratelli maggiori, vale a dire del mezzo 75/34 già in parte presente nel primo volume, della sua variante, il 75/46, del famoso Bassotto, ovvero il semovente 105/25, forse il mezzo più potente dell'arsenale italiano, per concludere con due mezzi atipici: il 90/53 con la scudatura posteriore, e il moderno 149/40, vero cannone montato su carro, realizzato solo in un prototipo.
The L6/40 Tank was the only true Italian light tank of World War II. Used during the Second World War mainly by the Regio Esercito, which employed it in practically all theaters of war: North and East Africa, Russia, the Balkans and the rest of Europe. Used mainly as a reconnaissance vehicle from the spring of 1941 until the armistice with the Allies in September 1943. A vehicle originally designed for mountain operations, it soon proved unsuitable for the operations to which it was entrusted. Even before it went into action, it was obsolete both in terms of armament and weak armour.
Il Carro Armato L6/40 fu l'unico vero carro armato leggero italiano della Seconda Guerra Mondiale, utilizzato prevalentemente dal Regio Esercito che lo impiegò praticamente in tutti i teatri di guerra: Africa settentrionale e orientale, Russia, Balcani e resto dell' Europa. Venne utilizzato soprattutto come mezzo di ricognizione a partire alla primavera del 1941 fino all'armistizio con gli alleati nel settembre 1943. Mezzo originariamente progettato per le operazioni in montagna, si rivelò tuttavia presto inadatto alle operazioni cui venne affidato. Già prima di entrare in azione, era obsoleto sia per l'armamento che per la debolezza della corazza.
Fra i tanti aerei prodotti dalla industria tedesca il Focke-Wulf Fw 190 fu in assoluto uno dei migliori. Battezzato presto col nomignolo di Würger (passero, in italiano) la macchina sviluppata da Focke-Wulf a Brema sotto la direzione del capo progettista Kurt Tank venne prodotta in più di 20.000 esemplari, a partire dal 1941. Condivide con l¿altrettanto celebre Messerschmitt Bf 109 la fama di caccia più famosi della Luftwaffe. Il Focke-Wulf Fw 190 A-8 era dotato di un motore radiale BMW 801 D-2 a doppia stella con 14 cilindri da 1.700 Hp che permetteva di raggiungere la velocità massima di 653 Km/h.
Nato nei primi anni `30 per fornire all¿esercito italiano un carro armato leggero su larga scala, l¿L3 rimase in prima linea nelle unità corazzate fino al 1941. Anche se ebbe un ruolo importante solo nei combattimenti della campagna d¿Etiopia e della guerra civile spagnola, la ¿scatola di sardine¿ successivamente si limitò al combattimento antipartigiani e al sostegno delle truppe d¿occupazione dopo l¿inizio difficile della seconda guerra mondiale. Prodotto in largo numero, in considerazione della capacità industriali del paese negli anni 30. Ne furono realizzati circa 2.000 esemplari a partire dal 1933 e fino al 1938, anno in cui cessò la produzione.
Il Panzer III, (Panzerkampfwagen III) nell'esercito tedesco era Sd.Kfz. 141, fu insieme al successivo Panzer IV il carro armato medio più noto delle Panzer Division durante la seconda guerra mondiale. Fu progettato espressamente come mezzo anticarro per contrastare i veicoli blindati avversari, ruolo che ricoprì con successo almeno fino al 1942. Il Panzer III, venne continuamente migliorato nel corso del tempo con il potenziamento dell'armamento principale e della corazzatura. La versione J, dotata di un cannone da 50 mm lungo 60 calibri (L/60), fu in grado di contrastare anche mezzi più potenti. Tuttavia a partire dal 1943 il Panzer III fu progressivamente superato dall'introduzione di veicoli nemici più corazzati e dotati di armamento pesante. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
Il Carro armato M13/40 è stato il più famoso carro operativo italiano della seconda guerra mondiale; progettato per sostituire l'M11/39 nell'Esercito italiano all'inizio del conflitto. Fu il carro armato principale utilizzato dagli italiani per tutta la guerra. Il progetto iniziale fu influenzato dal Vickers 6-Ton britannico e si basava sul telaio modificato del precedente M11/39. La produzione dell'M11/39 fu apposta interrotta per far entrare in produzione l'M13/40. Il nome si riferisce alla "M" di medio (medio) secondo gli standard di peso dei carri armati italiani dell'epoca, 13 tonnellate era il peso previsto e il 1940 l'anno iniziale di produzione. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
Il semovente da 75/18, così come tutte le sue varianti successive, fu progettato dalla Fiat Ansaldo. Il carro si basava sullo scafo dei carri M e fu l'unico blindato italiano della Seconda Guerra Mondiale prodotto in numero sufficiente da rappresentare un problema per le forze corazzate nemiche. Il 75/18 diede prova della sua potenza sin dal suo esordio sul fronte africano, ma anche nello sbarco alleato in Sicilia e nei successivi reparti corazzati del Regno del Sud e della Repubblica Sociale Italiana. L'idea derivava dall'entrata in servizio nell'esercito tedesco degli "Sturmgeshütz" (cacciacarri), e dei positivi risultati che questi ottennero sui vari fronti che li avevano visti impegnati.
Created in the early 1930s to provide the Italian army with a large-scale light tank, the L3 remained at the forefront of armored units until 1941. Although it played an important role only in the fighting of the Ethiopian campaign and the Spanish Civil War. The "sardine box" later was limited to anti-partisan combat and support of occupation troops after the difficult start of World War II. Produced in large numbers in view of the country's industrial capacity in the 1930s, about 2,000 were made from 1933 until 1938, when production ceased.
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