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Costruito su una serie di racconti, fra realtà e fantasia, per un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, reinterpretando, a volte come un gioco altre come momento di riflessione, fatti, personaggi, luoghi e vissuto personale. Il bambino senza un nome si manifesta gradualmente, qua e là, ritorna nell'ombra, ma con il procedere della narrazione si ripresenta prepotentemente. Fra momenti animati dalla gioia, suscitata dalla speranza e momenti di tristezza, provocata dalla disperazione o dalla disillusione. Il bambino segue un percorso a volte segnato dal dubbio altre dalla certezza, che finisce inevitabilmente e inesorabilmente con il ritorno sulla linea di partenza. È riflessione e sogno, sorriso e pianto, speranza e disperazione certezza e dubbio, entusiasmo e disincanto, partecipazione e disinteresse, storia vera e fantasia pura, memoria e presente. È un itinerario in cui ognuno può ritrovare qualcosa di se stesso, nei fatti, nei personaggi, nei pensieri, negli stati d'animo, nel bene e nel male, nella sua concezione della vita, della morte, della fede, della morale.
Questa raccolta di 31 racconti è il naturale completamento del precedente volume: Il bambino senza un nome, (PlaceBook Publishing), pubblicato nel febbraio 2020.Scritta per raccogliere racconti che non avevano ancora trovato una loro precisa collocazione nella mente dell'autore, inevitabilmente si è ritrovata sul sentiero dello spirito precedentemente percorso dal bambino, che aveva già attraversato il tempo e lo spazio. Il titolo nasce da uno dei racconti: È nato prima l'uovo..., che rappresenta in tutto e per tutto i principi pedagogici e la pratica didattica su cui l'autore stesso aveva fondato il suo insegnamento quand'era stato insegnante elementare.
Come in una partita a scacchi, i due protagonisti e per certi versi antagonisti, si interrogano sul ruolo del visibile e dell'invisibile nel raggiungimento della conoscenza, muovendo i loro pezzi uno dalla Finlandia, l'altro dall'Italia. È prevalente il visibile o l'invisibile? Si può penetrare l'invisibile attraverso il visibile o il visibile esiste grazie all'invisibile?Come in un'osteria del borgo ha preso inizio la partita, continuata poi in tutte le altre, così pure in un'osteria finisce la vicenda. È la ragione o è la fantasia che porta alla conoscenza? Si può dare una risposta risolutiva? All'apparenza sì, ma solo all'apparenza. Perché, come si legge nella prefazione, nel gioco degli scacchi esiste anche lo stallo.
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