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Questa edizione tradotta di FUNGI FROM YUGGOTH include: Testo originale a fronteNuova traduzione ineditaCommenti e illustrazioni originaliNella riscoperta quasi compulsiva, sempre più estesa, a volte anche arbitraria e disinformata, di cui Howard Phillips Lovecraft (1890-1937) gode da ormai qualche decennio, sono rimaste un po' in sordina le sue poesie. Si tratta di 36 sonetti, scritti con tutti i crismi, ossia in 14 versi con la metrica e le rime, a volte baciate e a volte alternate. Il titolo della raccolta è totalmente lovecraftiano: Fungi from Yuggoth.Questa edizione offre i testi originali inglesi accanto a una traduzione in versi liberi, accompagnata da un breve commento. In Fungi c'è l'anima di Lovecraft. Composta quando già avevano già preso vita i miti di Cthulhu, tra il 1929 e il 1930, questa raccolta di poesie presenta situazioni che gli appassionati di HPL conoscono bene.Nei 36 sonetti da Yuggoth si intrecciano tre livelli: i romantici paesaggi del New England, paesaggi orientali da Mille e una notte, e paesaggi cosmici tra l'affascinante e l'inquietante. Le atmosfere sono crepuscolari, oniriche, incerte, dato che i tre tipi di paesaggio tendono a sovrapporsi e fondersi, e sfumano l'uno nell'altro anche i diversi sentimenti: ammirazione, desiderio, nostalgia, ironia, inquietudine, terrore.
How I Met Your Mother è senza dubbio una delle sitcom più amate di sempre. In questo volume, analizzando i motivi del successo della serie tv creata da Craig Thomas e Carter Bays, l'autore ripercorre la storia del protagonista, Ted, e dei suoi amici, mettendo in luce aspetti poco noti della trasmissione e nuove letture della trama. La sitcom, andata in onda sulla CBS dal 2005 al 2014, offre anche uno spunto di riflessione generale sugli attuali sviluppi della narrazione. Negli ultimi anni, infatti, il racconto televisivo seriale sta rimettendo in moto un modo di raccontare che mette a nudo il gioco tra parola scritta-letta e quella pronunciata-ascoltata, conferendo nuova attualità alle grandi domande che Walter Benjamin si è posto ne Il Narratore. Quella di Francesco Amoruso non è quindi solo un'analisi delle tecniche narrative utilizzate dagli autori di How I Met Your Mother al fine di tenere incollato il pubblico per ben nove stagioni, ma anche un'indagine comparativa attraverso gli archetipi fondamentali del racconto e il suo processo di mediamorfizzazione. A dimostrazione che il Narratore benjaminiano ha semplicemente cambiato forma, non anima.
In questo volume, con l'ausilio di fonti documentarie inedite, Ottaviano De Biase ricostruisce la storia della famiglia Moscati e quindi anche le origini del santo medico tanto caro alla devozione napoletana. Da sempre presente a Serino, in provincia di Avellino, nel XVI secolo la famiglia seppe ritagliarsi un ruolo da protagonista. L'autore ne segue infatti le numerose tracce lasciate nei secoli nella storia serinese, con particolare attenzione per l'aspetto politico/economico - da un lato - e quello religioso dall'altro. Soprattutto il testo si concentra sulla figura di Francesco Paolo Moscati (1836-1897), il padre del medico santo. De Biase ricostruisce infatti la sua figura di magistrato esemplare, in una vita personale e lavorativa accidentata ma di grande valore storico e morale.
La trama storica dell¿antico capoluogo del principato Ultra, Montefusco, è disseminata di vicende piccole e grandi, di eventi e di personaggi che hanno lasciato tracce importanti nel contesto socio-culturale e storico locale, e in quello più ampio del nostro territorio. La nostra antica e incantevole cittadina, a cui tanti storici appassionati hanno dedicato corpose pagine e interessanti monografie, offre ancora intriganti spunti di riflessione e motivi di ricerca a chi, vagando affascinato tra i suoi misteriosi vicoli, focalizza la sua attenzione sulle storie di vita più umili, sui racconti di uomini e donne semplici, poco noti, spesso persi nell¿oblio del tempo... sulle tracce di nomi lontani, cercando i volti ignoti e le mani affaticate che hanno imparato e insegnato lavori complessi e delicati, rudimentali forme di arte e pensiero nel coro dissonante della vita. Le trame sbiadite delle loro esistenze si sono incrociate, a volte lacerandosi, a volte colorando vivacemente l¿ordito misterioso della storia. Fragili fili intrecciano memorie perdute, nodi e ricami, nella tela sfocata del tempo.
Nel contesto di guerre, sciagure ambientali e declino di valori umani e sociali, l¿umanità si ritrova sola e smarrita, alla ricerca di stabili punti di riferimento che consentano la sopravvivenza e il benessere del corpo e dell¿anima. Al crocevia delle disillusioni, nell¿arido terreno delle crisi economiche e sociali, al poeta non resta che coltivare la forza di reagire e quindi esprimere il tormento e denunciare il malessere nei modi a lui congeniali, nei versi di lotta e di passione che la poesia cesella come scudo e come lancia. La silloge del concorso nazionale ¿Riscontri Poetici¿ (2022) si caratterizza quindi come poesia di denuncia, consapevole assunzione di responsabilità collettiva. Monito estremo sull¿orlo del cuore, laddove il poeta resta baluardo di speranza e la poesia, come scrigno prezioso, custodisce l¿umanità e i buoni sentimenti che possono salvare questo mondo alla deriva.
Protagonista assoluto dei racconti di questa raccolta antologica è il groviglio dei sentimenti che agitano l¿animo umano. Nel chiaroscuro della scrittura si animano uomini e storie di tutti i giorni di cui gli autori consegnano immagini vivide e ¿palpabili¿, proiettando il lettore in una spirale emotiva dolceamara dove vengono illuminati i risvolti più profondi dei sentimenti dell¿amore e dell¿amicizia. Al centro di queste storie ci sono anime all¿apparenza fragili che, come cristalli luminosi, rivelano alla fine un cuore roccioso e forte. Anime che scintillano nei ricordi vivi e si tormentano nei rimpianti opachi.
Nessuno ama la guerra. Eppure molti ne sono in qualche modo affascinati, se ne sentono catturati, giungono a concepirne la triste necessità. Questi racconti proiettano il lettore in guerre di ogni tipo. Da quelle lontane, nel tempo e nello spazio, a quelle invisibili dei nostri conflitti interni e personali. Da ultime, le guerre vicine. Quelle che abbiamo sotto gli occhi, spesso quasi senza vederle. Quelle combattute nelle nostre case, quelle della nostra storia recente, rievocata in ricordi che magari abbiamo ormai frettolosamente rimosso. Le guerre letterarie possono quindi essere utili a ribadire quanto siano brutte quelle vere.
Qual è l¿Arché, il principio primo da cui deriva tutta la realtà? Questa domanda, che tiene occupata l¿umanità da millenni, ha offerto lo spunto a Cosimo La Gioia per la sua seconda prova d¿autore, dopo "L¿ascensore e altri racconti". Appassionato di scienza da sempre, soprattutto di astronomia e fisica, si cimenta così per la prima volta nell¿ambito della fantascienza, genere al quale ha l¿intenzione di tornare in futuro. "A scuola di universi" è una storia di fantascienza filosofica, densa di riflessioni, di tentativi di risposta e non priva di umorismo: una lettura che potrà interessare gli amanti del genere, gli appassionati di scienza e di filosofia e tutti coloro che di fronte alla magnificenza e alla maestosità dell¿Universo si pongono alcune domande fondamentali. "A scuola di universi" è anche il primo progetto concreto del MIAMA, il Movimento Internazionale Autori Musicisti e Artisti, con contributi artistici e musicali di Samantha D¿Angelo, Alessandro Tabacchi e Alessandro Colombo: una vera opera multidimensionale per una fruizione più immersiva e coinvolgente da parte del pubblico.
Un¿esplorazione dei confini in tutte le possibili accezioni, in particolare del confine labile e sottile fra sé e l¿altro, fra il mondo interiore e la realtà quotidiana delle cose. Confini come possibile apertura o come ferita, violazione. Confini come la percezione di noi stessi attraverso la pelle lambita dal mare o da mani altre. Confini abitati e moltiplicati come nella travolgente esperienza della maternità. Confini implosi e bloccati nel lutto e nel dolore. Confini dell¿identità sgretolata e ricomposta, ritrovata, riabitata.
Sono passati più di duemila anni dalla vicenda storica di Gesù di Nazareth. Eppure la sua figura non smette di appassionare e far discutere, conservando una centralità - non sempre immediatamente visibile - anche nella secolarizzata civiltà occidentale. Da secoli, soprattutto a partire dall'Illuminismo, le opinioni non si sprecano. Un rivoluzionario? Un profeta frainteso dai suoi discepoli? Il messia tanto atteso? Un semplice ebreo sulla cui figura è stata fondata una nuova religione? Oceani di inchiostro sono stati versati in un dibattito che non perde mai il suo fascino. Tutte le filosofie e le ideologie hanno dovuto fare i conti con Gesù di Nazareth, respingendo la sua figura o più spesso tentando di reclutarla tra le proprie fila. Non prima di averlo anacronisticamente travestito secondo la moda del momento.Alla fine, anche la scienza storica ha dovuto fare i conti col Nazareno. Questo volume ha come intento quello di ricostruire la "storia della storia di Gesù", analizzando i vari orientamenti che si sono susseguiti a partire dagli esiti critici emersi dalla fine del XVIII secolo. L'autore ha confrontato le principali metodologie adottate dagli studiosi, fino ad arrivare alla ricerca dei giorni nostri. Molte le questioni affrontate: Cosa si intende con l'espressione "Gesù storico"? Le fonti che abbiamo su di lui, consentono delle acquisizioni oggettive? Se sì, in che misura stabili? In questo caso, quale rapporto tra scienza e fede? È in questo plurisecolare dibattito che l'autore ha cercato le risposte, senza pretese di esaustività o di certezze assolute, ma con la speranza di contribuire ad un dibattito fondamentale della cultura occidentale.
Crimini. È appunto di quelli che state per leggere. Crimini programmati o imprevisti, messi in atto o sventati, vissuti in ribellione o rassegnazione, ma pur sempre e comunque fortemente voluti. E con altri due corollari interessanti, per giunta: ironia e sarcasmo. Perché col sangue non si dovrebbe mai scherzare; e quindi farlo ugualmente può magari servire ad allontanarne in qualche modo la minaccia.
Semi di luce, scintille d'amore e speranza che si animano dalle parole e dal cuore, sgorgano come acqua pura per dissetare i poeti scalzi sulle strade tortuose della vita. Diciassette autori, tra i vincitori del concorso letterario ¿Riscontri poetici 2018¿, si raccontano tra il disagio dei giorni e le ombre dell'essere, anime erranti sui sentieri della vita che seminano luce per ritrovare la via del cuore.
In questo volume l'autore indaga sullo stretto rapporto tra autobiografia e narrativa che ha contraddistinto l'opera di Charles Bukowski, scrittore americano conosciuto ai più per la sua vita dissoluta, fatta di alcol e sconcerie. Amoruso ha cercato di mettere in luce la sua sensibilità umana, l'inventiva e l'attaccamento alla scrittura, viaggiando tra le fessure di una vita letteraturizzata, spesso contraddistinta da narrazioni oscene, con protagonisti maniaci, ubriaconi, stupratori e giocatori incalliti; e provare, nonostante ciò, a toglierlo dalla gabbia di un'immagine stereotipata in cui, probabilmente, lui stesso si è lasciato rinchiudere. Una scrittura in cui prosa e poesia, come già aveva capito Walt Whitman, non sono inconciliabili ma, anzi, diventano due modalità dello storytelling in cui non c'è confine: l'una influenza l'altra e viceversa.
«Qualcuno mi chiede come e perché sia diventato poeta (ammesso che lo sia). Sento ora di rispondere come suggeriva Pirandello per i suoi scritti: io non ho scritto ma sono stato scritto. Sulla via di Damasco sono stato folgorato dalle parole poetiche, dalle quali avevo tentato più volte di difendermi, dopo averle praticate per lunghi anni a livello accademico. Ma, in un giorno, inedito e imprevisto, esse hanno imposto la loro presenza, la loro forza inarrestabile e io mi sono arreso, direbbe Roland Barthes, al loro piacere, ma soprattutto alla loro irrefutabile richiesta di esserci, per dire ciò che non avevo mai detto, forse neanche a me stesso.» (Dal Prologo)
"Dalia di mare", la prima raccolta di versi di Carolina Montuori, è la rappresentazione versificata dell'odissea di una giovane anima tra i sentimenti personali più profondi, travestiti o sublimati tra i sentieri del quotidiano. Il racconto di sé, delicatamente spietato, si dipana come in un gioco di specchi nel confronto con creature animate e inanimate, che rievocano ora dèmoni interiori, ora momenti intensi di felicità, alla ricerca incessante di un amore davvero autentico e consapevole di sé. La poesia, pur nella sua riconosciuta precarietà (non sono fatti per essere ripescati i versi) diventa una necessità come l'acqua e l'aria, ed è l'unica via per assumere il valore assoluto della bellezza e la giustificazione per esistere. La vita stessa, pur verificata dalla sofferenza e dal dolore, è il luogo eletto della speranza (perché in fondo sa che supererà l'aurora). La liturgia vivente degli ¿oggetti¿ è senza dubbio la nota più caratteristica della raccolta, che trova la sua rappresentazione più significativa nella lirica "La confessione del pescatore": egli, come il poeta, tende l'amo (verso l'alto) per consegnare alla barca, la sua esistenza, un orizzonte di senso.
È un fenomeno particolare il maelstrom. È il vortice generato dallo scontro di fortissime correnti marine, è un gorgo che trascina e inabissa nel baratro delle profondità oceaniche tutto ciò che si trova sul suo percorso. Scuote le acque e le abbraccia nel suo soffocante vorticare. E così, nella liquida traccia segnata da questi autori nei loro versi, il mare tempestoso diviene metafora e cornice del loro intenso sentire. Le onde burrascose e scure, il mare, con i suoi misteri e i suoi abissi, divengono, nella distesa fluttuante dei versi, l¿inquieta trama su cui gli autori ricamano le loro emozioni.
Solitudine, male di vivere, rapporto con la malattia, crisi e violenze familiari e di genere: sono solo alcuni degli emblemi del disagio delle nostre odierne società, quelli che più frequentemente ricorrono fra i temi affrontati nei racconti che compongono questa antologia. Su tutti però, e tutti in qualche modo inglobandoli e riassumendoli, si è imposta l'astratta quanto sofferta affabulazione del nostro quotidiano tempo di vita; l'inesorabile eppur salvifico scorrere dei giorni che ci mostra chiare, al nostro volgerci indietro, le leggerezze e le ansie lasciate alle spalle. Che ci educa e rende diversi, conducendoci per mano al traguardo della conquista della maturità e della saggezza possibile. Sì, è proprio il tempo il vero comune denominatore di tutte queste storie. Tempo inizialmente letteralmente visto come insidia, come precarietà, superficialità quando non rimpianto. Ma poi pian piano consapevolmente inquadrato per quel che davvero può per ognuno di noi diventare: opportunità di riscatto, redenzione, punto di arrivo, bilancio di vita.
La rubrica degli asterischi ¿ come spesso capita in letteratura ¿ ha ormai travalicato i confini di ¿Riscontri¿, la rivista di cultura e di attualità in cui è nata e che viene ancora proposta ai lettori come appuntamento fisso. Questi nuovi articoli, anch¿essi tutti inediti, seguono i precedenti pubblicati nel volume ¿Asterischi inediti di vita e di cultura. Conversazioni civili¿ e sulla stessa scia indagano dilemmi e contraddizioni della vita moderna, dal privilegiato punto di vista di chi ha dedicato tutta la sua vita alla causa della letteratura e, in generale, della cultura. Il lettore si trova così dinanzi a una riflessione ad ampio spettro sulle prospettive dell¿uomo contemporaneo, tra il fascino delle infinite possibilità offerte dal progresso tecnologico e il rischio di perdere la propria identità, o ancora peggio, di non trovarla mai.
Amore. Abbandono. Amore. Dolore. Gelosia. Sangue. Amore. Giustizia. Brindisi: Giada, una donna vampiro - che uccide per vivere - salva l¿uomo che ama, Peter, allontanandosi da lui ma le loro strade sono destinate a incontrarsi nuovamente. Infatti, quando per Peter sembra non esserci più alcuna speranza, attraverso la morte torna a donargli la vita; questa volta però non salva solo il suo amore ma anche tutti coloro che lui deciderà di proteggere grazie al suo nuovo potere che, se inizialmente appare come una condanna, presto si rivela un mezzo per fare e farsi giustizia.
Il Novecento ci ha lasciato un mondo senza padri: privo, cioè, di punti di riferimento e di valori ideali condivisi. È questa la constatazione da cui parte Mario Gabriele Giordano nell¿analisi di un¿eredità come quella novecentesca che, oltre a quelli più vistosi dell¿egoismo e della violenza, ha provocato seri danni anche alla sfera culturale e spirituale; una sfera praticamente trascurata, se non disdegnata, in una società che mira al conseguimento di risultati tangibili e immediati. È così che il nome di padre si è andato progressivamente svuotando di quella ricca pregnanza di valori acquisita lungo il corso dei millenni con saldo riferimento al senso della responsabilità, dell¿autorità e dell¿amore per ridursi molto spesso a semplice termine giuridico-biologico. Con un linguaggio accattivante ¿ che sa essere di volta in volta elegante o allusivo, ironico o tagliente, divertito o accorato ¿ l¿autore offre, in sostanza, un¿analisi a tutto tondo della nostra società spaziando nel mondo della cultura e dell¿arte, senza per altro trascurare la comune quotidianità considerata fino ad alcuni tra i più ricorrenti tic come quelli legati alla moda.
Tra luci ed ombre, tra estasi, delirio e follia, questa antologia racconta l¿Amore in tante sue sfumature. Sedici racconti e tre illustrazioni che attraversano il cuore narrando il sentimento amoroso e il suo riflesso opaco. Nel fuoco di un cuore appassionato, nella foschia di una mente impazzita, nei silenzi inquieti di un amante, nelle lacrime velate di una moglie, l¿Amore è protagonista, tormento e sogno nel cammino rosso delle vene e delle palpitanti storie. Quelle che il lettore troverà sono quindi storie ordinarie di passione e di follia, storie che travolgono la mente e il cuore e scuotono l¿essere nell¿assillo impetuoso della passione che brucia le vene.
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