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Questo primo libro di una serie di quattro nasce all''inizio del terzo decennio del ventunesimo secolo dal desiderio di ri-considerare e, al tempo stesso, di ri-valutare le diaspore italiane in quattro zone anglofone fuori dall''Europa: gli Stati Uniti, il Canada, l''Australia, e la Repubblica del Sudafrica, su impulso del Consiglio Generale degli Italiani all''Estero. Nel ristudiare le varie diaspore italiane è alquanto importante tener presente che "l''etnicità è qualcosa di reinventato e di reinterpretato in ciascuna generazione da ciascun individuo" (Fischer, 195), che, in altre parole, è anche un modo di "trovare un''espressione o uno stile che non violi le molteplici componenti di identità di un individuo" (Fischer, 195; enfasi aggiunta): tali componenti costituiscono la speci cità di ogni soggetto. L''etnicità pertanto (e in questo caso particolare l''italianità) viene ride nita e reinterpretata sulla base del tempo e del luogo di ogni individuo e perciò è sempre nuova e diversa rispetto alle sue speci cità storiche vis-à-vis la cultura dominante.
Contributing authors: Sole Anatrone, Nicolino Applauso, Ryan Calabretta-Sajder, Rosetta Giuliani Caponetto, Mary Ann McDonald Carolan, John Champagne, Mark Chu, Shelleen Greene, Kristi Grimes, Julia Heim, Akash Kumar, Kenyse Lyons, Vetri Nathan, Deborah Parker, Deanna Shemek, Alessia Valfredini, Gaoheng Zhang.This volume of essays embodies the genesis of change in Italian studies. In essays theoretical and practical, scholars set out to draw the contours of a new interactive and responsive map. Looking with fresh eyes and scholarly thoroughness at decades-old learning systems, they identify problems and challenge assumptions that undergird these systems'' limitations and legacies. Fundamental new approaches, including those emerging from the experiences of Black and other non-White students and professors as well as of LGBTQIA+ scholars and others, are brought to bear in this frank re-evaluation. Facing the task of effecting the radical changes necessary for creative development, these scholars look hopefully and with determination toward the future of Italian studies.
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