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Sono molte le anime che compongono il lavoro di Carlo Caloro (Roma, classe 1962), e che attraversano un lungo percorso di ricerca. Due di queste, in particolare, emergono immediatamente dalla lettura del consistente corpus di opere che l¿artista ha realizzato a partire dal 2005: un gusto spregiudicato per la pratica performativa finalizzata a destrutturare i meccanismi alla base di un sistema dell¿arte che l¿artista stesso definisce ¿obsoletö e uno sguardo analitico volto alla comprensione dei processi scientifici e tecnologici alla base dell¿idea stessa di vita."
Condividere una collezione privata è un gesto di generosità. In fin dei conti i musei nascono proprio da questo impulso privato di condivisione pubblica. Ma questo è un altro discorso. Partiamo dunque da questo libro della collezione Elio D¿Archivio che rappresenta il primo passo dell¿esigenza di mettere in relazione le opere raccolte nell¿arco di vent¿anni con la dimensione dello sguardo pubblico.
Coltro, a cui questa monografia è dedicata, è il padre del System, un sistema digitale che modifica l¿opera all¿infinito in un flusso visivo continuo. Cambia così la natura della ¿telä, che diventa mobile e imprevedibile, come la vita. Ma cambia anche il rapporto fra l¿opera e l¿autore, che può intervenire su quella tela viva e reinventarla anche dopo il suo approdo in un museo o nella casa di un collezionista (entro però i limiti di un contratto fissato in anticipo tra le parti).
L¿arte fotografica conserva l¿anima delle persone ritratte, come è stata capace di fare Elisabetta Catalano. Con lei la fotografia sostituisce le parole ed evoca ricordi. La sua capacità di fermare il momento attraverso lo scatto ci ha restituito un Fellini vero e umano. Abbiamo così deciso di dedicare una mostra, nel centenario dalla nascita del grande maestro, ad entrambi, perché sia Elisabetta che Federico, con il loro intendersi, hanno costruito un dialogo denso e originale che meritava di essere mostrato al grande pubblico nello spazio del Teatro 1 di Cinecittà, habitat naturale dei cinematografi. Abbiamo deciso di inaugurare durante la pandemia, dovuta al Covid, per dare un segnale forte al mondo della cultura e le aspettative, per questa esposizione che ha narrato un periodo storico memorabile, non sono state tradite.
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