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Scelti con sguardo cinematografico da Marina Cicogna, colpita da tanta bellezza e verità antiche, i dettagli dei capitelli di Palazzo Ducale a Venezia si animano e ci proiettano in storie remote e affascinanti. Lo stesso effetto producono sui tanti personaggi famosi che ci raccontano le loro emozioni davanti a questi veri e propri prodigi di scultura, da Valentino a Vanessa Redgrave, da Valeria Golino a Liliana Cavani, da Marina Abramovi¿ a Jeremy Irons, per citarne solo alcuni. Il critico d'arte inglese John Ruskin li descriveva come "un corso di storia sacra e naturale" nel suo "The stones of Venice" del 1851, e proprio perché "potevano essere letti come le pagine di un libro da coloro (i più nobili di Venezia) che abitualmente passeggiavano all'ombra delle arcate", i capitelli marciani ci portano indietro nel tempo, tra colture dei campi e pratiche artigianali, cesti di frutta e animali, putti e scene d'amore, rapporti coniugali e gruppi di famiglia, cosmologia e case astrologiche. Realizzati da anonimi straordinari maestri, ci mostrano un passato lontano, che appare tuttavia vivace, avvincente, tridimensionale, minuziosamente descritto e a noi vicinissimo. Fotografie dell¿archivio Cameraphoto Arte scelte da Marina Cicogna e scatti da lei stessa realizzati ci raccontano queste opere a una a una e a distanza ravvicinata, quasi come i frame di una sequenza filmica, nel volume concepito con la direzione artistico-creativa di Alessandro Michele e prodotto in collaborazione da Gucci e Marsilio. Questo libro ci mostra l'inestricabile rapporto che lega l'arte alla vita. Con testi di: Marina Abramovic, Urbano Barberini, Liliana Cavani, Saverio Costanzo, Paolo Di Paolo, Valeria Golino, Andrea Griminelli, Ginevra Elkann, Rupert Everett, Pierfrancesco Favino, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, Diane von Fürstenberg, Salma Hayek, Jeremy Irons, Marie Christine Princess Michael of Kent, Alessandro Michele, Dacia Maraini, Paolo Mereghetti, Franco Nero, Martin Parr, Pier Luigi Pizzi, Vanessa Redgrave, Giuseppe Tornatore, Valentino, Ornella Vanoni, Lina Wertmüller.
Questo volume racconta, per mano di giornalisti e protagonisti, come il menswear sia cambiato negli ultimi quarant'anni, non solo nelle silhouette, ma anche nel modo di presentarsi in passerella e persino di rappresentarsi nei musei. A partire dagli anni Ottanta la moda maschile attua una mutazione fondamentale: agli uomini viene riconosciuto lo stesso diritto delle donne al piacere dell'aspetto e dell'ornamento. È finita l'epoca in cui la moglie sceglieva l'abbigliamento del marito. La moda riservata agli uomini, riunita nei saloni dedicati ai professionisti, presentata in occasione delle settimane della moda, distribuita in negozi specializzati, riceve la consacrazione ufficiale e il riconoscimento della sua creatività. Dal 1972 Pitti Uomo è il protagonista per eccellenza di queste evoluzioni: prestando attenzione alle minime variazioni come ai grandi rivolgimenti, il salone oggi più influente ha accolto e tuttora accoglie il meglio della creazione. "Romanzo breve di moda maschile" illustra questo entusiasmante cammino della moda maschile attraverso abiti dei più grandi stilisti e designer internazionali (da Armani a Fred Perry, da Church's a Marni, da Aspesi a Brunello Cuccinelli), dipinti della Galleria d'arte moderna e costumi storici.
Thomas Houseago, in collaborazione con Muna El Fituri e Caroline Bourgeois, cura Untitled, 2020 scegliendo opere di oltre sessanta artisti, provenienti dalla Pinault Collection e da musei internazionali e collezioni private, con citazioni, ispirazioni e riferimenti tra lavori che spaziano dal Novecento ad oggi, proposte secondo un dialogo basato su connessioni emozionali, sensoriali, visive e tattili. Spaziando tra diversi media, dalla scultura al video, dalla pittura alla fotografia, le opere sono organizzate attorno alla ricostruzione dello studio californiano di Houseago. L¿artista mette inoltre a disposizione dei visitatori la sua biblioteca e le sue fonti d¿ispirazione. Tra gli artisti in catalogo Marlene Dumas, Robert Colescott, Saul Fletcher, Llyn Foulkes, Deana Lawson, Paul McCarthy, Arthur Jafa, Joan Jonas, Edward Kienholz, Barbara Kruger, Senga Nengudi, Gilberto Zorio.
In occasione delle celebrazioni per il 70esimo anno dalla Fondazione dello Stato di Israele, l¿artista Beverly Barkat (1966) presenta un¿opera site-specific che prende spunto dalla storia delle dodici tribù ebraiche dell¿antico testamento. ¿After the tribes¿ è un¿imponente torre metallica di quattro metri, scandita in dodici riquadri che rappresentano le dodici tribù d¿Israele da cui discende il popolo ebraico. Ognuna delle dodici tribù si distingueva per una specifica trama cromatica, riproposta sugli stendardi e sulle pietre preziose che decoravano i pettorali dei Sacerdoti. Questi stessi colori sono stati ripresi dall¿artista attraverso un complesso percorso di ricerca, raccolta, catalogazione e riutilizzo di materiali della propria terra. Conchiglie, pietre stratificate o semi-preziose, sabbia, roccia e argilla provenienti dalle caverne, dal deserto, dal mare e dalle montagne di Israele diventano i colori essenziali e concettuali dell¿installazione di Barkat. I dodici dipinti circolari si offrono allo sguardo del visitatore su entrambi i lati. Il lato ruvido e materico è quello su cui ha lavorato direttamente l¿artista, l¿altro si scorge dalla trasparenza stessa del supporto in pvc che ne mostra gli strati di colore, i segni e la loro reale consistenza sotto una pellicola liscia e lucida. Riferimenti materici, cartografici, cabalistici e simbolici trasformano ¿After the tribes¿ in un viaggio che ci conduce attraverso una storia millenaria, per ritornare al contemporaneo, riflettendo sulle origini dei popoli e oltrepassando ogni contingenza politica.
Il fiammingo Luc Tuymans (Mortsel, 1958) è considerato uno dei più influenti pittori contemporanei e il punto di partenza del revival della pittura negli anni novanta. Tranquillo, sobrio, ma talvolta inquietante, il suo lavoro oscilla tra la storia e la sua rappresentazione e soggetti tratti dalla vita di tutti i giorni, raccontati sotto una luce diversa. Ripresi da iconografie esistenti, sembrano spesso sfuocati o poco colorati, come astrazioni in 3D della realtà. Mentre i primi lavori si basavano su fotografie di riviste, disegni, filmati televisivi e Polaroid, i più recenti includono materiale scaricato on-line, e immagini scattate con l¿iPhone, stampate e talvolta rifotografate molte volte. Il catalogo di questa mostra (Venezia, Palazzo Grassi, 24 marzo 2019 - 6 gennaio 2020), la più grande monografica su Tuymans mai organizzata in Italia, con oltre 80 opere illustrate, è stato concepito in stretta collaborazione con l¿artista e si intitola "La Pelle" ¿ dal titolo del libro di Curzio Malaparte pubblicato nel 1943, che dà il nome anche a una delle tele dell¿artista.
Il catalogo celebra i sessant'anni dalla scomparsa di Osvaldo Licini (1894-1958): proprio nel 1958, anno della sua morte, l'artista vinse il gran premio internazionale per la pittura alla XXIX Biennale di Venezia dove aveva presentato 53 opere - eseguite tra il 1925 ed il 1958 - in una sala personale allestita da Carlo Scarpa. Un riconoscimento, sia pur tardivo, che lo restituisce alla storia dell'arte del nostro Novecento nella sua pienezza e oggi, tramite l'esposizione veneziana, al grande pubblico. Con oltre 80 opere, il catalogo della mostra alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia porta in scena quella pittura che per Licini era l'arte dei colori e dei segni, dove questi ultimi esprimevano la forza, la volontà, l'idea e la magia. Tra i protagonisti dell'avanguardia milanese legata alla galleria Il Milione, dopo un breve avvicinamento alla poetica futurista, dal 1940 passò gradualmente a una visione surreale popolata da insolite figure solitarie. Sue opere si trovano nelle gallerie d'arte moderna di Roma, Milano, Torino, Parigi, Mosca e in collezioni private italiane e straniere.
A cinquecento anni dalla sua nascita, Venezia celebra la vita e l'opera di Jacopo Tintoretto. Il successo di Jacopo e del figlio Domenico è legato indissolubilmente alla Scuola Grande di San Marco. Fu infatti grazie ai dipinti per la Sala Capitolare se Jacopo potè creare alcuni dei più celebri dipinti del Cinquecento veneziano. Fu inoltre merito di Domenico se l'opera iniziata dal padre passò alla storia come il più grandioso ciclo pittorico mai dedicato a san Marco dai tempi della decorazione della basilica marciana. La Scuola, fondata nel 1260-1261 come confraternita di battuti, si trasformò nel tempo in un ente caritatevole votato, tra l'altro, alla cura dei confratelli malati. Dopo la sua soppressione (1806), le sale della Scuola ospitarono l'Ospedale Civile di Venezia fino alla metà del Novecento, lasciando poi il posto ai 18.000 volumi medico-scientifici della sua biblioteca. Questo volume offre al lettore uno spaccato inedito e inusuale della città in cui visse e operò Tintoretto. Diviso in sezioni che approfondiscono le tematiche della mostra, il catalogo illustra le relazioni tra attività devozionali, pratiche mediche, studi anatomici e rappresentazioni del corpo umano, soffermandosi su una varietà irripetibile di opere d'arte, tra cui dipinti, disegni e bozzetti, pergamene e codici miniati, spartiti musicali, libri illustrati, incisioni, matrici da stampa e strumenti chirurgici.
The most complete monograph ever published and the first after the death of the great Venetian photographer.An incomparable photographer with images from all over the world, Roiter started to take photographs in 1947. For twenty-five years, he preferred to use black and white, with an uncompromising formal and compositional rigor and a technique rooted in contrast, a technique he would continue to seek even in his later work with color.The catalog celebrates Fulvio Roiter with essays by Italo Zannier and Denis Curti and an anthology of writings on his art. The photographs are organized into thematic sections: “Venice in Black and White,” “The Tree,” “Venice in Color,” “Italy in Black and White,” “Around the World” and “A Man Without Desires.”
The first pop-up book on Rome, a 3-D guide for children and adults with evocative images and texts that stimulate the reader s curiosity.
The thrilling urban experience of creating and developing a new city in France. Val d’Europe is a new city created in 1987, located next to the first tourist destination in Europe, Disneyland Paris. The challenge of this unique architectural and urban experience was to design, ex nihilo, a city that simultaneously represents beauty, practicality, and sustainability, creating social diversity without architectural discrimination, limiting the use of vehicles, and responding to ecological imperatives. This book presents, without concealing the difficulties, the process that was put into place in order to achieve the same urban quality as Europe’s most beautiful cities.
Origins and future of national and international artisanal excellence.
The large building, today known as Les Docks, designed by Gustave Desplaces and constructed between 1858 and 1864 on the model of the warehouses in the docklands of London, looks like a stone ship looming over the wharves of the port of Marseille. Rightly or wrongly, its designer is credited with the idea of having associated the construction with a symbolic and imaginative calendar: 365 meters in length, the number of days in a year, four courtyards, like the seasons, fifty-two doors, and seven stories... Urban myth or the truth? What is certain is that esoteric symbolism and a taste for numbers were often the prerogative of master builders and architects and undoubtedly fascinate the Italians Alfonso Femia and Gianluca Peluffo of 5+1AA. Their renowned ability to bring together the know-how of artisans, artists, contractors, and suppliers of materials has produced a remarkable aesthetic result, in which color and material articulate the internal spaces, animated by stores, restaurants, and offices.
The rediscovery of a protagonist of Italian art. The first international monograph about Emilio Scanavino after his death, this book focuses on the wide breadth of his creative output, which began immediately after World War II and continued until the 1980s. He was one of the pioneers and protagonists of an innovative poetics of the “sign,” situating his practice between the Informel and Spazialismo movements and a new concept of the void. Scanavino’s art is characterized by a distinctive human quality: the gesture is the focus, and the intention is to penetrate the meaning of reality. He aimed to overcome the traditional notion of abstraction as lyrical, surreal, or constructive, whilst incorporating it into a new relationship of the image with reality.
Company archives can provide real surprises. But few can also convey a sense of history like those of the Generali. The structure of the books, one devoted to the ninteenth-century and one to the twentieth-century, is based on closely related document entries and personnel entries, centered on particular events and personalities connected with the Assicurazioni Generali, the largest insurance company in Italy and third in the world, starting out from some of the most significant records preserved in the insurance company’s historical archives. General historical profiles and short accounts of curiosities from contemporary news reports set the entries against their national and international background. The lavishly illustrated volumes are completed by essays on specific aspects of the company’s history and its archives, and by a comprehensive index of all the management positions from 1831 to 1981, in alphabetical and chronological order.
The first pop-up book on Milan, a 3D guide for children and adults with exquisite images and informative texts.
The 56th premier art festival opens June with emphasis on new media's truly global art movement.
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