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"Empatia, umanità e dialogo". Ecco perché la lettura delle fiabe può rappresentare uno strumento didattico prezioso", spiega Rosa Tiziana Bruno, maestra, scrittrice, animatrice di scrittura creativa nelle scuole, autrice del libro "Insegnare con la lettura fiabesca", un'opera ricca di spunti operativi didattici ed educativi. Attraverso le emozioni che una fiaba può suscitare nei bambini, noi possiamo migliorare l'intero percorso di apprendimento, stimolando motivazione, fantasia e creatività, giocando, manipolando, rielaborando fiabe conosciute e non, reinterpretando punti vista e prospettive, grazie anche all'uso dell'articolo di cronaca giornalistica e dell'intervista.
La lingua svolge un ruolo fondamentale nel processo di formazione della personalità: sia in senso cognitivo che comportamentale. ¿ proprio grazie alla lingua che la persona umana riesce ad organizzare le proprie idee, a razionalizzare il complesso delle proprie esperienze, strutturandole in nuove conoscenze/competenze. Il possesso del medium linguistico permette all'individuo di interagire con la struttura sociale apportandovi il proprio contributo creativo e critico. Da questa premessa risulta evidente che non è possibile considerare la lingua come una semplice materia di insegnamento, alla stregua di tutte le altre, poiché tutto passa attraverso la lingua.Chi non possiede, infatti, la lingua in modo adeguato verrà comunque compromesso nelle sue potenzialità di sviluppo cognitivo, perdendo la possibilità di un inserimento consapevole e maturo nell'odierna realtà sociale e culturale, sempre più connotata sul versante della complessità. Il nostro tempo è contrassegnato da rapidi e profondi mutamenti, determinati, in massima parte, dal progresso scientifico e tecnologico. La scuola, pertanto, è chiamata a stimolare, ad incentivare e a migliorare le capacità comunicative, cognitive e metalinguistiche di ogni bambina e bambino; essa, altresì, deve promuovere situazioni di apprendimento che consentano all'alunno la fruizione la produzione di una varietà di messaggi, adeguati all'interlocutore e alle circostanze. La lingua diventa così lo strumento privilegiato attraverso il quale noi realizziamo messaggi, "Essi - come dichiara M. Della Casa - possono essere più propriamente chiamati testi, e possono essere scritti e orali, brevi o lunghi"
Le citazioni di artisti famosi, pertinenti il tema trattato nelle composizioni, accentuano e sottolineano l'incisività della poesia; inoltre rimandano a un sapere che predilige l'entusiasmo per la curiosità. Quella di Mistretta è un'atmosfera eterea, sognatrice, come ad esempio nella composizione "Un'isola", con i libri, le pagine, le parole che formano un mondo racchiuso, sospeso in attesa dell'attimo ispirante. Nonostante una terminologia legata ai concetti classici del fare poesia, il linguaggio di Mistretta non cade nella monotonia poetica a tutti i costi, e si rinnova inserendo parole chiave della poesia in contesti diversi.Seguendo oltre, infatti, le parole diventano gabbiani sul mare tra pensieri e ricordi di silenzi. "E ora ho capito: / ho chiuso con i sogni, / gli amori e le illusioni, / è rimasta la follia / dell'esserci ogni giorno, / a rivivere una sola passione, / prima della fine del tempo", con la bella citazione di Tiziano Terzani sulla comunicazione attraverso il silenzio. E come il silenzio c'è l'anelito all'infinito, non quello leopardiano nascosto dietro una siepe, ma un infinito aperto a vista d'occhio, in fondo alla superficie del mare, che rimane davanti alla vista della mente che vorrebbe contenerlo. Fino alla fine, fino all'"Ultimo silenzio", nonostante l'anima sia lacerata, filo-spinata ogni sera da un abito di nube nera. Unica via di fuga una morte figurata nel mare di fronte all'Etna dove la luna si sparpaglia "in pezzi di limoni / nei giacigli dei giardini": a parte il sentimento interiore che sgorga in superfice attraverso la scrittura, si può azzardare un giudizio sincero sul valore della bellezza, che può anche uccidere. Così come nella frase di Giuseppe Ungaretti riportata in calce alla composizione "Assassinato dal mare": "Col mare / mi son fatto / una bara / di freschezza". .. "la vita ci attraversa", volenti o nolenti, è un fatto che dobbiamo accettare. Se possibile dovremmo abbellire la vita con dei versi, esistere attraverso la "follia dei sogni" e, come dice Einstein, liberandosi dell'io. Quindi non c'è da preoccuparsi, del resto siamo sotto un "Cielo d'autunno" perché "È solo la fine". Nient'altro. E su tutte le poesie, tutta la critica possibile rimane un concetto fondamentale della vita come miracolo di bene e di incanto: l'amore non fa morire.
"La parola è un'ala del silenzio", scrive Pablo Neruda. In principio era il silenzio, e l'indicibile persisteva inviolabile, sino a quando la parola, l'immagine e le emozioni cominciano a formarsi, strappando a ciò che non conosciamo quei frammenti di verità che si pongono dinanzi al nostro viaggio, che ci rivelano quegli eventi interiori che segnano il cammino della conoscenza. La parola diviene allora l'immagine del silenzio, il suono ultimo dell'indicibile e dell'inviolabile, la visione, tutta personale, della Luce, di quella briciola di vita che esplode dalla caligine, perché è lì che si nasconde. La parola è allora lo strumento che ci fa attraversare una terra sconosciuta, un mondo tutto da scoprire, dove la materia si muove in modo informe verso un universo dove i simboli trasformano l'anima in una sorta di "notte oscura" in cui avviene quella metamorfosi dell'io che è segnata dalle parole stesse, che si incidono nel cuore del cielo.
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