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This is a reproduction of a book published before 1923. This book may have occasional imperfections such as missing or blurred pages, poor pictures, errant marks, etc. that were either part of the original artifact, or were introduced by the scanning process. We believe this work is culturally important, and despite the imperfections, have elected to bring it back into print as part of our continuing commitment to the preservation of printed works worldwide. We appreciate your understanding of the imperfections in the preservation process, and hope you enjoy this valuable book.
Sul Piazzale di Porta Roma erano poche persone. Era deserta la via del laboratorio pirotecnico, deserta la via di faccia ad essa, ove, sul principio, è la semplice e nuda fabbrica dell¿Arcivescovado a cui seguono altre fabbriche basse e la Riviera Casilina, recinta da una fila di casette rossastre. L¿ora del tramonto avanzava. Un lume dorato che poc¿anzi avea tutto infiammato, nel lontano, il fuggevole dosso de¿ Tifati si raccoglieva in coda ä monti, ove la terra e la collina s¿univano e pareva che l¿ultima arborea decorazione di quelle gobbe immani sprofondasse nell¿immensa e aperta campagna, verso Roma lontana. Tutto intorno taceva di quel triste silenzio invernale che pesa su Capua, ...
This collection of literature attempts to compile many of the classic works that have stood the test of time and offer them at a reduced, affordable price, in an attractive volume so that everyone can enjoy them.
This is a reproduction of a book published before 1923. This book may have occasional imperfections such as missing or blurred pages, poor pictures, errant marks, etc. that were either part of the original artifact, or were introduced by the scanning process. We believe this work is culturally important, and despite the imperfections, have elected to bring it back into print as part of our continuing commitment to the preservation of printed works worldwide. We appreciate your understanding of the imperfections in the preservation process, and hope you enjoy this valuable book.
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Estratto: ...mio! Ah! santa pazienza! -Cosi m'hanno detto, eccellenza-mormoro la vedova, mortificata-ho incontrato per le scale un giovane e m'ha insegnata la porta... -Ma non e qui, non e qui-insisteva il vecchietto-e poi, bella mia, non e ora questa di parlatorio. La vedova rimase muta. -Come avete detto che si chiama vostro figlio?-soggiunse, dopo un momento, il vecchietto, del quale ora la voce si raddolciva. -Peppino... Giuseppe Selletta. -Mazzia, fatemi il piacere, guardate un po' dentro, in archivio, se c'e Larissa, e parlatene a lui di questo ragazzo. Anzi fatelo venire qui, che sara meglio. -Come si chiama?-chiese l'impiegato alla vedova. -Giuseppe Selletta. Mazzia spari dietro una portiera. Il vecchietto raggiusto sul naso gli occhiali, soffio nelle mani e mise sulla scrivania una tabacchiera di argento. Nannina aveva riguadagnato coraggio e s'accostava alla scrivania, guardandovi curiosamente il gran calamaio dorato, sul quale due pupazzetti reggevano a fatica una colonnina per metterci entro le penne. Lo sguardo della piccina incantata passava dal calamaio a un fermacarte di cristallo, sotto il quale si vedeva la chiesa di San Pietro, col cupolone, la piazza e la gente in cammino, tutto colorato. -Sedete-fece a un tratto il vecchietto, dopo una rumorosa soffiata di naso-pigliatevi, li, una sedia, quella nell'angolo, brava, sedete pure. Apri la tabacchiera, tiro su una gran presa e allungo le braccia sulla scrivania. -Ah, buon Dio di pace e d'amore!-sospiro. Poi, voltandosi: -Che cosa avete in braccio?-dimando, aguzzando lo sguardo di sotto gli occhiali. La vedova alzo un lembo dello sciallo, scovrendo il piccino che dormiva tranquillamente con una mano sul petto. -Un piccino?-fece il vecchio, sorridendo-carino proprio! Figlio vostro? -Sissignore. Nanninella s'era avvicinata a guardare il fratellino, togliendosi alle contemplazioni del calamaio. Stese la mano per carezzarlo....
Assunta Spina è fidanzata con un macellaio di nome Michele Boccadifuoco ma è anche corteggiata da Raffaele, il quale Assunta rifiuta senza remore. Per vendicarsi Raffaele invia una lettera anonima a Michele dicendo che la sua fidanzata quando lui lavora si consola con qualcun altro. Allora Michele decide di portare Assunta Spina a Napoli trovandole un lavoro in una lavanderia vicino alla sua macelleria. Il giorno del compleanno di Assunta il fidanzato Michele la porta a Posillipo ma lui non le presta molte attenzioni, finché arriva anche Raffaele. Per ripicca, decide allora di ballare con Raffaele, e il dramma va in scena: Michele, accecato dall'ira, sfregia Assunta e viene successivamente arrestato. Durante il processo lei testimonia per salvarlo, affermando che Michele non l'aveva mai colpita, ma la giuria non le crede. Michele viene così condannato per due anni. Assunta allora decide di accettare la proposta del vice-cancelliere Federigo Funelli, per far sì che Michele stia nella più vicina prigione di Napoli, ovvero diventare sua amante. Dal carcere Michele continua a scrivere delle lettere ad Assunta ma lei non gli risponderà mai. Assunta capisce infatti di non essere più innamorata di Michele. Dopo un anno e mezzo Boccadifuoco viene messo in libertà e va subito a trovare la sua fidanzata alla lavanderia, ma capendo che Assunta non prova più dei sentimenti per lui ma per un altro, esce ed uccide Federigo, del quale Assunta, diventata sua amante da tempo, si è innamorata. Lei a quel punto si dichiara colpevole del delitto che non ha commesso davanti alla polizia.
Estratto: ...Amalia Vulite nu giurnale?. Aggiate pacienzia, nun ce avevo manco penzato. (s'accosta al canterano e ne riapre un fodero. Cava da quello un giornale) Arravugliatela cca dinto. Nunziata Aspettate. Amalia Mettile cca, v' 'arravoglio io. (Avvolge la stoffa nel giornale e mette il pacchetto sulla tavola). Nunziata Io nun v'abbasto a ringrazia. Comme v'aggia di'. Ve vurria vede' cuntenta. (Amalia tentenna il capo. Un silenzio. Amalia siede accanto a Nunziata, con gli occhi bassi. Nunziata gira e rigira fra le mani il pacchetto). Amalia (all'improvviso) Nunzia?. Si ve cercasse nu favore. Mm' 'o faciarrisseve? Nunziata A me? Amalia Nu favore particulare, Nunzia. (le prende la mano) Nunziata (dubbiosa, paurosa) 'Onn'Ama, nun mme mettite int'a guaie! Vuie 'o ssapite che vita 'e stiente faccio io!. Amalia (senza lasciarle la mano) E nu favore ca mm' 'o putite fa vuie soia!. Nunziata (c. s.) Io che vo pozzo di'?. Amalia (supplichevole) Nunzia, vuie nun mm'avite dicere 'e no! Nunziata Ma che vulite? Amalia Purtatemmela cca! Nunziata (ritraendo la mano) A chi?. Amalia A sta Cristina. Nunziata (levandosi) Uh, Giesu, Giuseppe e Maria! Ma vuie c'avite perduta 'a capa, o che? Ah, sora mia, nun e cosa, aggiate pacienza! Io dint'a sti mbruoglie nun mme ce pozzo mettere!. Essi! Accussi se scatasce 'o fatto, succede nu mbruoglio cchiu peggio, e chi e stata, neh? Nunziata 'a capera. No, no!. Aggiate pacienza, nu' ve pozzo servi!. (Posando il pacchetto della stoffa sulla tavola e piu sottovoce) Chesto e 'o raso in lana. Amalia (a denti stretti) Ah, mannaggia chella iurnata c'aggio ditto chillo si nnanze 'o parrucchiano 'e San Giuvanne a Mmare!. (si leva, furiosa). Nunziata (spaventata) Zi, zi! Embe!. Amalia Ca si nun tenesse 'a catena d'Annetiello a 'o pede, Nunzia, ve faciarria abbede' io che femmena songo!. Nunziata (a mani giunte) Sia fatta 'a vulunta 'e Dio! Amalia (c. s.) E Vito Amante nun mm' 'a faciarria accussi, sotto 'o musso! Traritore, ...
La tela si leva lentamente. Quando è a metà del palcoscenico s'ode una voce interna cantare malinconicamente da un altro camerone. Rafele e Cicciariello, seduti sulle tavole di un letto, giocano a carte e fumano. Federico 'o pittore e Totonno seggono sulle tavole di un altro letto: il secondo stende il braccio destro denudato e il primo glie lo va tatuando con un ago e col nerofumo. Il ragazzo Luigiello, accosto ad essi, osserva curiosamente l'operazione.
Per la storia del brigantaggio nel Napoletano
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Estratto: Una piccola piazzetta al Pendino. In fondo, tra due vicoli, la tintoria di Vito Amante. Drappi di ogni colore pendono dagli stipiti e da bastoni di legno sull'architrave. Per terra, davanti alla bottega, a sinistra di chi v'entra, è una tinozza'O voto Scene popolari napoletane in tre atti: Estratto: Una piccola piazzetta al Pendino. In fondo, tra due vicoli, la tintoria di Vito Amante. Drappi di ogni colore pendono dagli stipiti e da bastoni di legno sull'architrave. Per terra, davanti alla bottega, a sinistra di chi v'entra, è una tinozza
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"Canzone e Ariette nove" from Salvatore Di Giacomo. Poeta, drammaturgo e saggista italiano (1860-1934).
This is an EXACT reproduction of a book published before 1923. This IS NOT an OCR'd book with strange characters, introduced typographical errors, and jumbled words. This book may have occasional imperfections such as missing or blurred pages, poor pictures, errant marks, etc. that were either part of the original artifact, or were introduced by the scanning process. We believe this work is culturally important, and despite the imperfections, have elected to bring it back into print as part of our continuing commitment to the preservation of printed works worldwide. We appreciate your understanding of the imperfections in the preservation process, and hope you enjoy this valuable book.
This scarce antiquarian book is a facsimile reprint of the original. Due to its age, it may contain imperfections such as marks, notations, marginalia and flawed pages. Because we believe this work is culturally important, we have made it available as part of our commitment for protecting, preserving, and promoting the world's literature in affordable, high quality, modern editions that are true to the original work.
Lo scenario inizialmente serale (topos del fantastico) è complice perfetto dell’ambiguità che lo scrittore vuole creare. Non è caso la novella è collocata in questo momento del giorno, che favorisce una sorta di dormiveglia, durante il quale è difficile individuare la linea di demarcazione tra realtà e fantasia: "la notte incombe sullo spirito, conquista la fantasia e concede all’immaginazione le più strane visioni" afferma il narratore-protagonista di Garofani rossi. Un’oscurità non solo reale ma metaforica, mentale, insomma che spegne la luce della ragione e getta ombra sull’attendibilità di ciò che il protagonista giura d’aver "visto e udito". Eppure il suo ricordo è preciso. D’altronde tale esigenza di precisione del narratore è topica della scrittura fantastica, aiuta il lettore a ricomporre i pezzi della storia nella sua investigazione del mistero.Salvatore Di Giacomo è stato un poeta, drammaturgo e saggista italiano. Fu autore di notissime poesie in lingua napoletana (molte delle quali poi musicate) che costituiscono una parte importante della cultura popolare partenopea. È molto apprezzato come novelliere nero.Insieme ad Ernesto Murolo, Libero Bovio e E. A. Mario è stato un artefice della cosiddetta epoca d'oro della canzone napoletana. Si iscrisse alla facoltà di medicina, ma smise subito di frequentarla per dedicarsi al giornalismo e alla letteratura. Fu qualche mese in Germania, di dove mandò al «Corriere del mattino» varie novelle fantastiche, che ricordavano i racconti romantici tedeschi ma anche le novelle della scapigliatura. Autore di volumi eruditi (Cronaca del teatro San Carlino, 1891), fu narratore discontinuo, ma dai tratti estremamente delicati e toccanti: Minuetto settecentesco (1883), Pipa e boccale (1893), Novelle napolitane (1914), L’ignoto (1920).
Quest¿opera (edizione rilegata) fa parte della collana di libri TREDITION CLASSICS. La casa editrice tredition di Amburgo pubblica nell'ambito della collana TREDITION CLASSICS opere datate più di 2000 anni. Queste opere erano in gran parte esaurite o reperibili solo come pezzi d'antiquariato. La serie di libri contribuise a preservare la letteratura e a promuovere la cultura. Essa aiuta inoltre ad evitare che migliaia di opere cadano nel dimenticatoio. L'obiettivo della serie è di ripubblicare migliaia di classici della letteratura mondiale in diverse lingue... in tutto il mondo!
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