Bag om Grandezza e Decadenza di Roma
I cinque volumi dell'opera furono pubblicati dal 1901 al 1907, e sono incentrati sulla crisi della Repubblica romana che portò al potere Giulio Cesare e poi l'imperatore Augusto. La fluidità della narrazione assicurò all'opera un clamoroso successo di pubblico, anche all'estero, dove fu presto tradotta e ammirata, ma fu stroncata dagli accademici italiani. Lontano sia dagli impianti storici che privilegiavano le vicende politico-militari sia dalla storiografia critica e filologica, e attento piuttosto alle vicende delle classi in lotta, egli costruì una storia sociale e prese a modello il Mommsen, rovesciando però le conclusioni della Römische Geschichte. In questo volume, con lo stesso metodo adoperato nei due precedenti, ho studiato e narrato gli eventi che dalla morte di Cesare vanno alla seduta del Senato in cui Ottaviano ricevé il titolo di Augustus. Sono diciassette anni di storia - dal 15 marzo del 44 a. C. al 16 gennaio del 27 a. C. -: diciassette anni tra i più importanti della storia di Roma, perché in essi è la ragione ultima di tutto il governo e di tutta l'opera augustea; tra i più difficili, perché, eccezion fatta della primissima parte, i documenti sono molto frammentari, confusi, lacunosi, guasti dalle falsificazioni dei partiti e dagli errori degli storici, che narrarono nei secoli seguenti quegli eventi senza comprenderli. Io considero come una leggenda, che non ha fondamento alcuno nei documenti, l'affermazione tante volte ripetuta che Augusto fu l'esecutore dei disegni di Cesare. Quali si fossero - e noi non lo sappiamo con precisione - questi disegni, nei diciassette anni, la cui storia è narrata in questo libro, avvenne un così grande sconvolgimento, le condizioni dell'Italia e dell'Impero mutarono talmente, che Augusto ebbe un compito del tutto diverso da quello che spettò a Cesare. Un altro grande errore, che ha travisato tutta la storia della prima parte dell'Impero, giudico poi l'altra idea, comunemente accettata, che Augusto sia il fondatore della monarchia a Roma. Egli fu invece l'autore di una restaurazione repubblicana, vera e non formale.
Vis mere