Bag om Nome di battaglia
Nome di battaglia Tappo
Fam Fum Frech e Fastidï, oltre i Pidocchi
Questa non è una storia di eroi. L'unica cosa eroica è stata portar a casa la pelle, ora della fine a 19 anni d'età .
à eroico vivere tutto quello schifo di guerra, morte e distruzione ed, alla fine, quasi dimenticarsene e non odiare nessuno.
Non é solo una storia di guerra, perché la lotta partigiana fu anche una guerra, ma soprattutto una questione di sopravvivenza.
à più una storia contraddistinta dalle famigerate quattro F milanesi:
Fam, Fum, Frec, e Fastidï [i]
E nei fastidi, primi su tutti, i pidocchi: tanti pidocchi. Ho conosciuto Tappo in tarda età , in questo nuovo secolo.
Era il compagno di una mia cara Amica. Tappo era un gentile signore alto, buono, con brillanti e profondi occhi azzurri ed, in seguito, un incipiente tremolio alle mani, ma non era Parkinson. Poco si sapeva del suo passato partigiano. A tutt'oggi credo che i suoi discendenti lo ignorino completamente. Ricordo i suoi raccontini nelle feste di Natale che trascorrevamo assieme. Non so se erano prima o dopo la stesura di questi appunti. Ma erano racconti tenui, leggeri, di avvenimenti fin quasi simpatici e non mostravano cosa ci fosse dietro. In quanto alla fame, penso che gli sia rimasta dentro: nel senso che gli rimase la sottile angoscia di rimanere senza cibo. Ricordo che mi diceva che negli ultimi anni, quando era ormai vedovo e viveva da solo, acquistava soprattutto viveri, in sovrabbondanza.
Gli facevo notare che, probabilmente, derivava da quel pregresso, tale per cui la possibilità di rimanere senza cibo gli creava angoscia. Poi, verso la Primavera del 2010, la mia Amica mi convocò.
Mi disse che Tappo aveva gli incubi relativi al suo periodo da partigiano[ii] e che non accettava aiuti ufficiali e che quindi avremmo dovuto aiutarlo convincedolo a liberarsi di quanto aveva creduto di cancellare, ma il passato ritorna e non perdona.
Sinceramente non capivo la correlazione: l'avrei capita solo anni più tardi.
All'epoca ero in mobilità e studente di Storia, in cui poco dopo mi laureai.
Andai da lui "armato" con tutta la potenza di fuoco che la mia maturità ed esperienza, la mia futura nuova attività di storico (con l'iniziale minuscola) e con tutti i vari ammennicoli che le moderne tecnologie consentono.
In pratica tutte le conversazioni che avemmo furono registrate in quei giorni dell'estate 2010.
Chiarisco subito: tutto quello che verrà riportato è frutto di sbobinamento di registrazioni, documentabili e verificabili.
Ho poi fatto ricerche cercando riscontri e conferme, trovandoli tutti. Tappo nacque il 5 maggio 1926: il che vuol dire che quando entrò in clandestinità , dopo l'otto settembre 1943, aveva 17 anni e mezzo e quando finì il tutto, il 25 aprile 1945, di anni ne aveva 19. Ecco, io ho nipoti più o meno di quell'età ; il pensiero di prenderli, scaraventarli in mezzo alla campagna ed in montagna, farli vagare per un anno e mezzo, dormendo all'aperto o dove capitava, facendogli soffrire la fame, sottoporli ad azioni di guerra tali per cui han visto morire accanto a loro persone, essere oggetto di sparatorie... insomma, io non so come ne uscirebbero i miei nipoti.
Si, lo so, in questo preciso momento milioni di adolescenti son sottoposti a situazioni consimili, soprattutto perché tutto oggi è cambiato rispetto ad allora.
Ma non è detto che se lo massifichiamo sia giusto, anzi: à SBAGLIATO!
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