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Non e facile morire - Simonetta Scotto - Bog

Bag om Non e facile morire

Quando riaprii gli occhi, mi accorsi che ero al chiuso, raggomitolato su me stesso in posizione fetale; sentii una fitta lacerante a una coscia, poi dolori e bruciori un po' ovunque. Cercai di ripensare agli ultimi avvenimenti: l'ultima cosa che mi ricordavo era che stavamo trascinando via Abdul Samad, seguace del defunto Bin Laden, che avevamo appena catturato; io e altri due militari chiudevamo il gruppo...improvvisamente uno scoppio, una fiammata, quindi il buio. Provai ad alzarmi, ma mi accorsi che non potevo usare le mani perché erano legate; riuscii a mettermi in ginocchio, nonostante i dolori lancinanti che provavo ovunque, e infine, con uno sforzo bestiale, in piedi. Mi sembrò di essere in una specie di grotta, senza apertura verso l'esterno ma chiusa da una pesante porta di legno con una finestrella a sbarre, posta ad altezza d'uomo; mi trascinai, perché camminavo a fatica, e guardai fuori: non vidi nessuno e non sentii nessun rumore. Evidentemente ero stato ferito dall'esplosione, poi i talebani mi avevano preso, ed eccomi qui; sentii un brivido nella schiena: non ero nelle mani di uomini che andavano tanto per il sottile.

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  • Sprog:
  • Italiensk
  • ISBN:
  • 9788831606073
  • Indbinding:
  • Paperback
  • Sideantal:
  • 178
  • Udgivet:
  • 19. marts 2019
  • Størrelse:
  • 210x140x10 mm.
  • Vægt:
  • 204 g.
  • 2-3 uger.
  • 14. december 2024

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Beskrivelse af Non e facile morire

Quando riaprii gli occhi, mi accorsi che ero al chiuso, raggomitolato su me stesso in posizione fetale; sentii una fitta lacerante a una coscia, poi dolori e bruciori un po' ovunque.
Cercai di ripensare agli ultimi avvenimenti: l'ultima cosa che mi ricordavo era che stavamo trascinando via Abdul Samad, seguace del defunto Bin Laden, che avevamo appena catturato; io e altri due militari chiudevamo il gruppo...improvvisamente uno scoppio, una fiammata, quindi il buio.
Provai ad alzarmi, ma mi accorsi che non potevo usare le mani perché erano legate; riuscii a mettermi in ginocchio, nonostante i dolori lancinanti che provavo ovunque, e infine, con uno sforzo bestiale, in piedi.
Mi sembrò di essere in una specie di grotta, senza apertura verso l'esterno ma chiusa da una pesante porta di legno con una finestrella a sbarre, posta ad altezza d'uomo; mi trascinai, perché camminavo a fatica, e guardai fuori: non vidi nessuno e non sentii nessun rumore.
Evidentemente ero stato ferito dall'esplosione, poi i talebani mi avevano preso, ed eccomi qui; sentii un brivido nella schiena: non ero nelle mani di uomini che andavano tanto per il sottile.

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