Bag om ...e se fosse tutto un sogno?
Questa storia si svolge in un tempo vicino a ciascuno di noi, quello che ci prepara alla magia della notte di Natale, e viene narrata con i toni delicati e spassosi delle favole che non smetteremmo mai di ascoltare. Gli ingredienti sono quelli classici dell'avventura e della tradizione legati a un certo immaginario: la casetta in Lapponia, le renne, i folletti laboriosi e il Vecchio signore col pancione e la barba bianca che in poche ore porta doni ai bambini di tutto il mondo. Tuttavia, l'elemento davvero originale è costituito dall'introduzione, in tale scenario, della marionetta Pulcinella, che avrà un ruolo di spicco nella risoluzione di un enigma e nello sventare il diabolico piano di un impostore, il furbo Glicinicus. Quest'ultimo desidera infatti usurpare il trono di un sovrano giusto che lo crede il nipote ritrovato, e conquistare il mondo con l'aiuto di due improbabili scagnozzi. Ebbene: dopo un viaggio ricco di meraviglie e la permanenza al castello come 'infiltrato', Pulcinella riesce a fare in modo che venga recuperata la polverina magica sottratta a Babbo Natale, quella che rende le renne tanto veloci da riuscire ad accontentare i bambini la fatidica notte del 24 dicembre, e che Glicinicus bramava per rendere il suo esercito il più potente al mondo. L'eroica impresa varrà a Pulcinella - dono generalmente poco ambito - la nomina a 'folletto speciale' e gli permetterà , finalmente, di vedere le bellezze a lungo solo immaginate, accompagnando Babbo Natale la notte della Vigilia. Lo stile di Giorgio La Marca è fiorito quanto basta per adattarsi al meglio alla narrazione che propone, e sa declinarsi ora in un lessico più elevato, ora in un tono più colloquiale e spassoso, a dimostrazione di poter ambire a un pubblico estremamente variegato. Conosciamo l'autore
Giorgio La Marca nasce a Napoli nel 1976 e vive a S. Giorgio a Cr (Na). Dopo aver lavorato per anni nell'ambito dell'animazione teatrale per l'infanzia e l'adolescenza e aver collaborato come giornalista pubblicista per giornali locali si è dedicato alla realizzazione di laboratori didattici nelle scuole di ogni ordine e grado. L'interesse per l'infanzia e il bisogno di comunicare con un'età così delicata lo ha spinto a scrivere numerosi racconti e testi teatrali. Il suo segreto e la sua motivazione è stato quello di andare oltre la narrazione infantile e spingere l'interesse per la storia anche tra i lettori adulti e cercare di trasmettere valori universali. Per ottenere questo ci vuole una profonda conoscenza della natura umana e un'immersione empatica nelle vite degli altri, cosa che Giorgio fa da anni da attento osservatore della realtà quotidiana.
(tratto da una sua intervista)
Mi chiamo Giorgio e rido. Rido da sempre. Non cerco un motivo per farlo, la vita da sola mi offre moltissimi spunti. Se mi faccio male rido e le persone intorno a me impazziscono cercando capire se sia uno dei miei soliti scherzi; se mi arrabbio rido esibendo il mio migliore sorriso, non do mai soddisfazione a chi tenta di rovinarmi l'umore; quando lavoro sorrido e faccio sorridere perché è il mio modo per dire che mi piace quello che faccio. Sarà che ho da sempre lavorato con i bambini e il viso e l'espressione sono fondamentali. Scrivo di notte, quando tutta la mia casa rimane in silenzio (è alquanto felicemente affollata). Scrivo per mettere la tristezza tra parentesi e immaginare come le cose, al di là delle evidenti difficoltà della vita, dovrebbero andare. Scrivo per rimettere a posto le cose. So che le parole non sempre sortiscono l'effetto che vorremmo, ma sono un sognatore. Il primo libro che ho scritto per l'infanzia era una raccolta di piccole storie sui diritti dei bambini. Con la fantasia che mi ha sempre accompagnato e con il garbo di un educatore, quale io sono, da allora ho cercato di gridare a modo mio, con la scrittura, quello che non dovrebbe essere ribadito e raccontato il diritto alla fe
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