Bag om Il libro della cavalleria di Geoffroi de Charny. L'etica del perfetto cavaliere
Geoffroi de Charny ha incarnato, agli occhi dei suoi contemporanei, i valori più alti della Cavalleria, testimoniando tali valori con la sua vita e con la sua morte. Vissuto nel pieno di quella che fu chiamata la Guerra dei Cent'anni, vi trovò un'eroica morte, stringendo tra le mani l'Orifiamma dei re di Francia nella più cruenta e famosa delle battaglie di quella guerra: la battaglia di Poitiers del 1356. Il suo nome è passato alla storia anche per essere stato il primo possessore della Sacra Sindone. Sebbene composto al culmine della parabola storica della Cavalleria medievale, poco prima degli inizi del suo declino, il Libro della Cavalleria - che viene qui proposto per la prima volta nella sua traduzione italiana - rappresenta una delle espressioni più alte dell'ethos del cavaliere medievale. Non è un manuale tecnico, nel senso che non insegna tecniche di combattimento e di guerra; ma nemmeno un testo di natura "simbolista", come altre simili opere del tempo, incentrate soprattutto sugli aspetti religiosi e simbolici della Cavalleria. Esso è un vero e proprio manuale laico e pratico su tutti gli aspetti della vita cavalleresca, da quelli più quotidiani: l'amore per la dama, l'amicizia, il rapporto col denaro e con le altre incombenze della vita quotidiana; a quelli più alti inerenti il "mestiere delle armi" l'onore, la fedeltà al signore, la lealtà nei confronti del nemico, l'atteggiamento di fronte alla vita e alla morte. Insomma, potremmo definirlo una sorta di Hagakure occidentale e, in quanto tale, tenerlo in conto, non solo come un'affascinante testimonianza storica, bensì anche come manuale pratico adatto a fornire consigli agli uomini di oggi, impegnati, invece che nel "mestiere delle armi" di medievale memoria, nel "mestiere della vita" della nostra contemporaneità .
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