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La Memoria del Mare - Alastair Fontana - Bog

- Guerra e Pace, Vita, Morte e Miracoli a Bari, Durante l'Estate di San Martino del 1943 (e un po' prima e un po' dopo)

Bag om La Memoria del Mare

A prima vista tutto sembra cominciare l'11 novembre 1943, alle sei di mattina per essere precisi, quando la sirena viene trovata morta sulla spiaggia di Pane e Pomodoro, alla fine del lungomare di Bari. Delle indagini se ne occupa Ciro Esposito, commissario napoletano in trasferta a Bari. Tutti gli elementi (sirena a parte) sembrano suggerire che ci troviamo davanti al solito libello ambientato in una assonnata città provinciale, con la solita indagine svolta in una pittoresca e banale regione del meridione d'Italia. Solito commissario, la solita vittima, il solito mandante. Una storia già vista, insomma. Dico sembra, perché di fatto le certezze sono chimere effimere e i crimini - tutti i crimini - non sono mai superficiali, ma hanno sempre radici profonde e per capirli bisogna scavare. E scavando scavando, poco alla volta, vien fuori che le radici del delitto sono vecchie come quelle degli ulivi della Magna Grecia che abbondano nella zona. Che assassino, commissario e vittima sono solo tasselli insignificanti in una epopea che li avviluppa a loro insaputa come nebbia. Un conflitto che dura da centinaia di anni, nel quale i vincitori (sempre gli stessi) condannano quotidianamente i vinti (sempre gli stessi) all'oblio. Una guerra nascosta che affiora solo in scampoli di miti e leggende, fatti di sirene, ciclopi, centauri e mostri marini, e in nient'altro. Ma il delitto perfetto non esiste, si sa, e non è non possibile cancellare tutte le tracce col passare del tempo. Lo sanno bene gli archeologi, che grattano via delicatamente la terra dalle mura di cinta di città dimenticate, e che strato dopo strato, pagina dopo pagina, con la pazienza e dedizione, portano alla luce i frammenti interrati e le dicerie che raccontano di passati bruciati fino alle fondamenta, proprio per questo incancellabili. Questa è la storia di una città dal cuore diviso. Una storia d'ingiustizie, di delitti e di atrocità, di orgoglio e di valore. Una storia affossata per secoli dietro le facciate di palazzi imponenti, dietro frontespizi sempre diversi eppure sempre uguali. Questa è la storia della ricerca ossessiva del rinnovamento, indispensabile per dimenticare il passato, remoto o recente che sia. È una storia mai raccontata per intero, sepolta, interrata, smembrata, nel tentativo di farla sparire per sempre. Una storia magica e reale al tempo stesso, che si racconta a bassa voce ancor oggi nei vicoli e nelle strade della città vecchia. Una storia invisibile, come non fosse mai accaduta. È una storia che non si trova nei libri di storia, ma in quelli di favole, come tutte le storie vere e false insieme. Una storia raccontata solo dai vinti, con la vergogna tipica dei vinti, con gli occhi bassi e lo sguardo assente. È una storia necessaria, da capire a fondo, perché basta poco, un solo attimo di disattenzione, per spalancare le porte dell'inferno. Dopodiché è tardi per tornare indietro, e tutto ricomincia come nulla fosse accaduto. È una storia da raccontare per intero, coi suoi dettagli più minuti. Una storia a cui credere e non credere al tempo stesso, vera e falsa come le streghe e i ciclopi. Una storia da amare e da odiare in maniera viscerale, come faccio io. La storia terribile, dolce, vera, fantastica, infame ed eroica della città di Bari.

Vis mere
  • Sprog:
  • Italiensk
  • ISBN:
  • 9798693605633
  • Indbinding:
  • Paperback
  • Udgivet:
  • 19. oktober 2020
  • Størrelse:
  • 127x203x25 mm.
  • Vægt:
  • 481 g.
  • 2-3 uger.
  • 13. december 2024
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Beskrivelse af La Memoria del Mare

A prima vista tutto sembra cominciare l'11 novembre 1943, alle sei di mattina per essere precisi, quando la sirena viene trovata morta sulla spiaggia di Pane e Pomodoro, alla fine del lungomare di Bari. Delle indagini se ne occupa Ciro Esposito, commissario napoletano in trasferta a Bari. Tutti gli elementi (sirena a parte) sembrano suggerire che ci troviamo davanti al solito libello ambientato in una assonnata città provinciale, con la solita indagine svolta in una pittoresca e banale regione del meridione d'Italia. Solito commissario, la solita vittima, il solito mandante. Una storia già vista, insomma. Dico sembra, perché di fatto le certezze sono chimere effimere e i crimini - tutti i crimini - non sono mai superficiali, ma hanno sempre radici profonde e per capirli bisogna scavare. E scavando scavando, poco alla volta, vien fuori che le radici del delitto sono vecchie come quelle degli ulivi della Magna Grecia che abbondano nella zona. Che assassino, commissario e vittima sono solo tasselli insignificanti in una epopea che li avviluppa a loro insaputa come nebbia. Un conflitto che dura da centinaia di anni, nel quale i vincitori (sempre gli stessi) condannano quotidianamente i vinti (sempre gli stessi) all'oblio. Una guerra nascosta che affiora solo in scampoli di miti e leggende, fatti di sirene, ciclopi, centauri e mostri marini, e in nient'altro. Ma il delitto perfetto non esiste, si sa, e non è non possibile cancellare tutte le tracce col passare del tempo. Lo sanno bene gli archeologi, che grattano via delicatamente la terra dalle mura di cinta di città dimenticate, e che strato dopo strato, pagina dopo pagina, con la pazienza e dedizione, portano alla luce i frammenti interrati e le dicerie che raccontano di passati bruciati fino alle fondamenta, proprio per questo incancellabili. Questa è la storia di una città dal cuore diviso. Una storia d'ingiustizie, di delitti e di atrocità, di orgoglio e di valore. Una storia affossata per secoli dietro le facciate di palazzi imponenti, dietro frontespizi sempre diversi eppure sempre uguali. Questa è la storia della ricerca ossessiva del rinnovamento, indispensabile per dimenticare il passato, remoto o recente che sia. È una storia mai raccontata per intero, sepolta, interrata, smembrata, nel tentativo di farla sparire per sempre. Una storia magica e reale al tempo stesso, che si racconta a bassa voce ancor oggi nei vicoli e nelle strade della città vecchia. Una storia invisibile, come non fosse mai accaduta. È una storia che non si trova nei libri di storia, ma in quelli di favole, come tutte le storie vere e false insieme. Una storia raccontata solo dai vinti, con la vergogna tipica dei vinti, con gli occhi bassi e lo sguardo assente. È una storia necessaria, da capire a fondo, perché basta poco, un solo attimo di disattenzione, per spalancare le porte dell'inferno. Dopodiché è tardi per tornare indietro, e tutto ricomincia come nulla fosse accaduto. È una storia da raccontare per intero, coi suoi dettagli più minuti. Una storia a cui credere e non credere al tempo stesso, vera e falsa come le streghe e i ciclopi. Una storia da amare e da odiare in maniera viscerale, come faccio io. La storia terribile, dolce, vera, fantastica, infame ed eroica della città di Bari.

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