Bag om La volpe di Sparta
Estratto: ...a teatro e cenarono. -Ebbene, -chiese la contessa a Folco, tornando a casa e gettando la stola di zibellino sul letto, -non sono ora tutta di qua? Rideva al pensiero che i primi giorni ella aveva osato spedir cartoline alla sarta, alla modista, alla moglie del fuochista o del tramviere. Il suo nome figurava ormai nel Figaro con quello di Folco tra i commensali piu assidui dei ritrovi piu eleganti. -Sei tutta di qua!-ripete Folco sorridendo.-Ora andiamo bene. Torno alla mente di Gioconda l'idea di stabilirsi a Parigi; ogni volta ch'ella si sentiva sfiorata dall'onda del tramestio gaio, e poteva vivere la grande vita notturna, il suo cervello s'annebbiava. Era notata per la sua bellezza; ma pure accarezzando la sua ambizione femminile, gli omaggi e gli aggettivi dei giornali su quel tema non le bastavano. Voleva essere, come ella diceva, distinta, fine, veramente signora. E senza parere, studiava il portamento, l'atteggiamento, gli sguardi, i gesti delle grandi signore italiane, inglesi, russe, francesi, con le quali si trovava nelle sale dei teatri, nei luoghi di convegno alla moda. Non solo, in breve, non tormentava piu Folco e Ariberto con una tempesta di domande attonite, ma sapeva apparir freddissima in pubblico, quasi indifferente agli spettacoli, come tutta la sua giovinezza fosse trascorsa nel fasto che non ha piu nulla da desiderare, come ella tornasse da viaggi in cui aveva visto ogni cosa. Cosi era tutta di qua. Folco se ne stupiva senza parlare; perche non appena varcata la soglia della loro camera all'albergo, Gioconda traboccava di gioia, d'allegria, di spensieratezza; si accoccolava volontieri per terra, cantava a gola spiegata, sfrenava quasi selvaggiamente la furia delle domande; era per Folco solo, nella piu soave intimita, la ragazza che camminava trasognata in un paese di incanti e aveva bisogno di aggrapparsi al braccio di lui per non vacillare. Il marchese Puppi, il quale voleva bene davvero a Folco...
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